Interconfessionale - Antico Testamento - Deuterocanonici - 2 Maccabei - 4
Secondo libro dei Maccabei 4
Calunnie e delitti di Simone
Prima si è detto che Simone aveva tradito il tesoro del tempio e la patria. Egli calunniava Onia dicendo che era stato lui ad assalire Eliodoro ed era perciò il responsabile dei suoi mali. 2Voleva far passare come insidioso nemico del governo colui che invece era il benefattore della città, il protettore dei suoi connazionali e il custode premuroso delle leggi. 3L’odio arrivò a tal punto che uno dei compagni di Simone uccise alcune persone. 4Onia, allora, si rese conto che quella discordia era pericolosa, dato che Apollonio, figlio di Menesteo, governatore delle regioni della Celesiria e della Fenicia, incitava la cattiveria di Simone. 5Onia andò dal re, non per accusare i cittadini, ma per difendere il bene pubblico e privato di tutto il popolo. 6Onia infatti era convinto che senza l’intervento del re non si poteva più mettere pace nella vita della nazione, e Simone non avrebbe messo limiti alla sua follia.
Giasone fa propaganda per l’ellenismo
(vedi 1 Maccabei 1,10-15)
Intanto Seleuco morì e Antioco, detto anche Epifane, divenne re al suo posto. ∆Giasone, fratello di Onia, ottenne con sistemi corrotti la carica di sommo sacerdote:
Note al Testo
4,7
Antioco… Epifane: succedette a suo fratello Seleuco nel 175 a.C.; fu il principale persecutore degli Ebrei (vedi 5,12-16.23-26; 6,1-11). — Giasone: prendendo il nome di Giasone (trasposizione greca del nome ebraico Giosuè o Gesù), il nuovo sommo sacerdote manifestava le sue simpatie per l’ellenismo.
Note al Testo
4,9
palestra: vedi nota a 1 Maccabei 1,14. — scuola per i giovani: in greco veniva chiamata “efebìa” ed era una istituzione che assicurava ai giovani dai 15 ai 20 anni una formazione fisica e intellettuale. — dare la cittadinanza antiochena: altri: costituire una corporazione di Antiocheni; l’espressione testimonia la trasformazione della città santa in città greca, in stretta relazione con Antiòchia, e in onore del re Antioco IV.
Rimandi
4,11
Eupòlemo 1 Mac 8,17.
Note al Testo
4,11
Su Eupòlemo e l’ambasciata a Roma vedi 1 Maccabei 8,17-30. — abolì quei privilegi: sono le esenzioni da tributi e tasse che i re concedevano talvolta a una provincia, a una città o a un tempio (vedi 1 Maccabei 10,29-31).
Note al Testo
4,12
a frequentarla: il testo greco dice: a portare il pètaso. Il pètaso era un copricapo a larghe falde, simbolo del dio Ermes; veniva portato dai giovani (o efebi) durante le gare sportive e perciò l’espressione indica l’introduzione di un costume greco e di una pratica sportiva nella città di Gerusalemme.
14I sacerdoti non curavano più la liturgia, anzi disprezzavano il tempio, trascuravano i sacrifici e, al primo segnale dato col disco nella palestra, partecipavano con ardore ai giochi proibiti dalla legge di Dio. 15Non avevano più stima delle gloriose imprese della loro patria e invece apprezzavano al massimo gli onori promessi dai Greci. 16A causa di tutto questo, una grossa disgrazia piombò su di loro: proprio quelli di cui imitavano le gare atletiche e ai quali volevano somigliare in tutto, si trasformarono in loro nemici e violenti contestatori. 17Non si possono trasgredire impunemente le leggi di Dio, e lo si vedrà nel racconto che segue.
A Tiro si celebravano i giochi quinquennali ed era presente anche il re.
Antioco Epifane a Gerusalemme
In Egitto si celebrava l’incoronazione del re Filomètore. Antioco aveva mandato là per assistere alla cerimonia Apollonio, figlio di Menesteo, e da lui venne a sapere che il re non approvava la sua politica. Pensò allora di mettersi al sicuro. Prima andò a Giaffa e poi arrivò a Gerusalemme.
Note al Testo
4,21
Filomètore: il re d’Egitto Tolomeo VI Filomètore, nipote di Antioco Epifane, sposò verso il 174 a.C. la propria sorella Cleopatra II. In quel momento l’Egitto si preparava a riconquistare la Celesiria (vedi nota a 3,5).
Menelao diventa sommo sacerdote
23Tre anni dopo, Giasone mandò Menelao dal re per portargli del denaro e per trattare alcuni affari urgenti. Menelao, fratello di quel Simone di cui abbiamo già parlato, 24andò dal re e gli presentò i suoi omaggi come fanno gli uomini potenti. Offrì oltre cento quintali d’argento in più di Giasone, e così si accaparrò la carica di sommo sacerdote. Poi ritornò a Gerusalemme con le lettere di nomina. Non aveva nulla che fosse degno di un sommo sacerdote, ma era furioso come un tiranno, crudele e arrabbiato come una bestia selvaggia.
Rimandi
4,25
designazione del sommo sacerdote da parte del re 14,13; 1 Mac 10,20; cfr. 1 Mac 7,5; 2 Mac 4,7-10.
Note al Testo
4,29
Alcuni Ciprioti erano impegnati come mercenari nelle truppe seleucidi (vedi 12,2 e nota).
Onia viene assassinato
In quella situazione, gli abitanti di Tarso e di Mallo si ribellarono perché le loro città erano state donate ad Antiòchide, amante del re.
Note al Testo
4,33
Dafne: a 8 km da Antiòchia, era celebre per il suo santuario di Apollo, fondato da Seleuco I, successore di Alessandro Magno (vedi nota a 1 Maccabei 1,8-9); questo santuario godeva del diritto di asilo.
Andrònico allora andò a trovare Onia e con inganno riuscì a ottenere la sua fiducia. Stringendogli la mano fece un giuramento. Pur destando qualche sospetto, lo convinse a uscire dal suo rifugio. E subito lo uccise, senza scrupoli. 35Non solo gli Ebrei, ma anche molti stranieri rimasero indignati e afflitti per il barbaro assassinio di quell’uomo. 36Quando il re Antioco tornò dalla regione della Cilicia, gli Ebrei della capitale e alcuni Greci che volevano giustizia, andarono da lui e protestarono perché Onia era stato ucciso senza alcun motivo.
37Antioco ne fu profondamente rattristato e provò una grande compassione. Ripensando alla sapienza e alla prudenza del defunto, scoppiò in lacrime. Poi, pieno di sdegno, tolse immediatamente la porpora ad Andrònico e gli strappò di dosso i vestiti. Lo fece trascinare per tutta la città fino al luogo dove egli aveva crudelmente ucciso Onia. Lì quell’assassino fu tolto da questo mondo. Il Signore gli diede il castigo che si meritava.
Note al Testo
4,38
la porpora: stoffa tinta di rosso intenso (vedi 1 Maccabei 4,23 e la nota). Era indossata soltanto da grandi personaggi; era dunque diventata il simbolo della dignità di un funzionario di alto rango.
Lisìmaco muore in una rivolta del popolo
39Intanto Lisìmaco, con il consenso di Menelao, fece molti furti sacrileghi in città. La notizia si diffuse anche nelle immediate vicinanze e il popolo si ribellò compatto contro Lisìmaco, visto che molti oggetti d’oro erano già stati portati via. 40La gente era molto eccitata e piena di rabbia. Allora Lisìmaco armò circa tremila uomini e cominciò a fare razzie. Il loro capo era un certo Aurano, un vecchiaccio stolto. 41Appena il popolo si accorse dell’attacco di Lisìmaco, alcuni presero dei sassi, altri i bastoni. Altri, dovunque si trovavano, raccoglievano la terra, a piene mani, e si lanciavano contro gli uomini di Lisìmaco. Ne ferirono molti, alcuni ne uccisero, e costrinsero tutti gli altri a fuggire. Colui che prima aveva profanato il tempio, fu ucciso presso la camera del tesoro.
Menelao corrompe Tolomeo e il re
43Per questi fatti, fu aperto un processo contro Menelao. 44Quando il re Antioco arrivò nella città di Tiro, tre uomini, mandati dai capi del popolo, gli chiesero di fare giustizia. Menelao si trovò a mal partito e promise una grossa somma di denaro a Tolomeo, figlio di Dorimene, perché corrompesse il re.
Rimandi
4,45
Tolomeo figlio di Dorimene 8,8; 1 Mac 3,38.
Note al Testo
4,45
Questo Tolomeo (vedi 8,8 e 1 Maccabei 3,38) è il capo della provincia della Celesiria e Fenicia (vedi nota a 3,5); è dunque un alto funzionario.
Rimandi
Note al Testo