Interconfessionale - Antico Testamento - Profeti - Aggeo - 2
Aggeo 2
Lo splendore del nuovo tempio
1Il ventunesimo giorno del settimo mese dello stesso anno, il Signore parlò di nuovo per mezzo del profeta Aggeo. Il messaggio era rivolto al governatore di Giuda, Zorobabele figlio di Sealtièl, e al sommo sacerdote Giosuè figlio di Iosadàk, e a tutto il resto del popolo:
Il popolo è impuro
Il ventiquattresimo giorno del nono mese del secondo anno del regno di Dario, il Signore, Dio dell’universo, si rivolse ancora al profeta Aggeo, per dirgli:
— Domanda ai sacerdoti di dare un’istruzione su questo argomento.
Rimandi
2,11
consultazione dei sacerdoti Lv 27,8.11-12.14; Ger 2,8; Ez 7,26; Zc 7,1-3; Mt 2,7.
Note al Testo
2,11
di dare un'istruzione: altri: che cosa dice la legge. I sacerdoti avevano il compito di risolvere i casi dubbi sull’osservanza della legge di Mosè (vedi Levitico 10,10-11).
— No, — risposero i sacerdoti alla domanda di Aggeo.
Allora Aggeo chiese ancora:
— Supponiamo che un uomo sia impuro per aver toccato un cadavere. Se poi egli tocca del cibo, questo diventerà impuro?
I sacerdoti risposero:
— È impuro.
— Così il Signore giudica questo popolo e questa nazione. Tutto quel che fanno e tutto quel che mi offrono è impuro.
Le promesse del Signore
Il Signore promette la sua benedizione
15Il Signore dice: «Da oggi in avanti fate bene attenzione. Prima che cominciaste a mettere pietra su pietra, per ricostruire il mio tempio, che cosa vi succedeva? Andavate nel granaio a cercare venti sacchi di grano, ma ce n’erano solo dieci. Andavate al tino per prendere cinquanta litri di vino, ma ce n’erano solo venti.
Rimandi
2,16
risultati deludenti Ag 1,6+.
Note al Testo
2,16
che cosa vi succedeva: così secondo l’antica traduzione greca; il testo ebraico ha: prima del loro essere.
La promessa del Signore a Zorobabele
20Il ventiquattro del mese, il Signore si rivolse una seconda volta ad Aggeo per chiedergli di riferire questo messaggio a Zorobabele, governatore di Giuda:
«Io scuoterò il cielo e la terra.
Rimandi
2,23
il mio sigillo Ger 22,24; cfr. Gn 38,18; Ct 8,6. — ti ho scelto Dt 7,6; Is 43,10; 44,1-2; 45,4; Sal 78,68.70; 135,4; Mt 3,17 par.
Note al Testo
2,23
sigillo: poteva essere portato appeso al collo (vedi nota a Genesi 38,18) oppure sul braccio (vedi Cantico 8,6) o al dito come un anello, e serviva ad autenticare i documenti ufficiali (vedi 1 Re 21,8); consegnare il proprio sigillo a qualcuno significava renderlo proprio rappresentante e fiduciario. Qui Zorobabele è considerato il sigillo stesso del Signore (vedi anche nota a Geremia 22,24).
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Note al Testo