Interconfessionale - Antico Testamento - Scritti - Giobbe - 3
Giobbe 3
Dialogo tra Giobbe e i suoi amici
GIOBBE
Giobbe maledice il giorno in cui nacque
1-2Finalmente Giobbe cominciò a parlare e maledisse il giorno in cui nacque. Prese a dire:
«Maledetto il giorno in cui son nato
e la notte in cui fui concepito!
Dio più non se ne curi dall’alto,
né luce su di esso più risplenda!
5Tenebre e oscurità lo inghiottano,
sia sepolto da una nuvola
e tremi di terrore per il buio improvviso!
6Quella notte sia preda dell’oscurità,
non faccia più parte dei giorni dell’anno,
e non entri nel numero dei mesi!
7Sì, quella notte sia una notte sterile,
neanche un grido di gioia vi risuoni!
Quelli che sanno come maledire il giorno,
che risvegliano il mostro Leviatàn,
maledicano quella notte!
Rimandi
Note al Testo
3,8
Leviatàn: mostro immaginario descritto come un coccodrillo o un drago; viene considerato creatura di Dio (vedi Giobbe 40,25; 41,4), ma anche suo nemico (vedi Isaia 27,1). Gli si attribuiva il potere di divorare gli astri e causare eclissi.
aspetti la luce, ma essa non venga;
non sorga aurora da quella notte.
Sia maledetta, perché non impedì la mia nascita.
Una vita di dolori e di affanno!».
Giobbe preferisce la tomba alla vita
11«Perché non sono morto nel grembo di mia madre?
Perché non sono spirato sul nascere?
12Perché qualcuno mi accolse fra le braccia?
Perché mia madre mi nutrì con il suo latte?
13Se fossi morto allora, riposerei in pace
e ora dormirei tranquillo,
insieme ai re e ai governanti della terra
che si sono costruiti luoghi di riposo,
con le case piene d’argento.
Come un aborto nascosto, non esisterei;
sarei come un neonato che non ha visto la luce.
Nella tomba i malvagi non fanno più tribolare
e anche chi è sfinito trova riposo.
e non odono la voce dell’aguzzino.
Laggiù, si trovano piccoli e grandi,
schiavi senza più padroni.
20Perché dare alla luce chi poi, in vita,
sarà un disgraziato?
Che esistenza è quella di chi incontra solo amarezza?
Essi aspettano la morte,
anzi la cercano più di un tesoro,
ma non la trovano.
22Sono contenti e gioiscono
quando trovano la tomba.
Ma all’uomo viene nascosta la via da percorrere,
perché Dio lo assedia da tutte le parti».
Giobbe grida per le sue disgrazie
«Invece di mangiare mi lamento,
non posso trattenere le mie grida,
perché mi piombano addosso i mali che temo,
mi capita proprio quel che mi spaventa.
Per me non c’è calma né riposo,
conosco solo tormenti».
Rimandi
Note al Testo