Interconfessionale - Antico Testamento - Profeti - Giudici - 19
Giudici 19
Il delitto degli abitanti di Gàbaa
Ai tempi in cui il popolo d’Israele non aveva ancora un re, c’era un levita che abitava al centro della zona montagnosa di Èfraim. Si era preso una concubina della città di Betlemme in Giudea.
— Prima mangia qualcosa. Ti farà bene. Partirai dopo.
— Ti prego, passa ancora la notte qui, e riposa tranquillo.
7Il levita era deciso a partire, ma il padre della ragazza continuò a insistere, e così passò ancora la notte da lui.
8Al mattino del quinto giorno si alzò presto per partire, ma il padre della ragazza gli disse:
— Prendi qualcosa e rimandate la partenza a stasera.
Mangiarono tutti e due insieme, 9poi il levita, la concubina e il suo servo si prepararono per la partenza. Il padre tornò a dire:
— Guardate: ormai è sera; potreste passare la notte qui. Presto sarà buio; restate qui, vi riposerete; vi metterete in viaggio domattina presto e tornerete a casa. Ma il levita non volle più fermarsi. Si alzò, caricò i due asini e si mise in cammino con la concubina. Arrivò in vista di Gebus, cioè Gerusalemme. 11Quando furono vicini a Gebus, il giorno si avviava ormai al tramonto. Il servo disse al levita:
— Prendiamo la strada per Gebus. Passeremo la notte nella città dei Gebusei.
12Ma il suo padrone gli rispose:
— No, non faremo tappa qui: è una città straniera, la gente che vi abita non è Israelita. Andiamo ancora avanti per la strada verso Gàbaa. 13Faremo ancora un pezzo di strada e troveremo qualche altro posto. Passeremo la notte a Gàbaa o a Rama. Così proseguirono il viaggio. Arrivarono vicino a Gàbaa, città che apparteneva alla tribù di Beniamino, proprio al tramonto.
— Da dove vieni? e dove stai andando?
Egli rispose:
— Veniamo da Betlemme di Giudea e dobbiamo andare fino al centro della zona montuosa di Èfraim: io sono di quelle parti. Sono stato a Betlemme in Giudea e ora sto tornando al santuario del Signore. Ma nessuno vuole ospitarci in casa sua. 19Eppure abbiamo paglia e fieno per gli asini, pane e vino per me, la mia concubina e il mio servo. Non abbiamo quindi bisogno di nient’altro.
20Il vecchio disse:
— Voi siete i benvenuti in casa mia. Io penserò a tutto ciò che vi occorre, e così non dovrete passare la notte in piazza.
Li portò in casa sua e diede del fieno agli asini. Gli ospiti si lavarono i piedi e poi mangiarono e bevvero.
Mentre si godevano il riposo, all’improvviso una banda di pervertiti di quella città circondò la casa. Bussarono ripetutamente alla porta e gridarono al vecchio padrone di casa: — Fa’ venire fuori l’uomo che è da te. Vogliamo un po’ conoscerlo come piace a noi.
— No, amici! Non toccate quell’uomo. È mio ospite. È una vergogna una cosa simile.
— Alzati che partiamo!
Ma non ebbe nessuna risposta. Allora la sollevò, l’adagiò, morta, su un asino; poi partì e tornò a casa. Quando arrivò a casa, prese un coltello e tagliò il corpo della concubina in dodici pezzi e ne mandò un pezzo a ciascuna tribù d’Israele.
Rimandi
19,29
pezzi mandati in tutto il territorio 1 Sam 11,7.
Note al Testo
19,29
ne mandò un pezzo a ciascuna tribù d’Israele: altri: li mandò per tutto il territorio d’Israele.
Rimandi
Note al Testo