Interconfessionale - Antico Testamento - Legge - Genesi - 19
Genesi 19
Lot ospita due angeli
Quando i due angeli giunsero a Sòdoma, verso sera, Lot stava seduto alla porta di quella città. Appena li vide si alzò per andar loro incontro. Si inchinò faccia a terra, poi disse:
— Io sono qui per servirvi. Vi prego, venite a casa mia questa notte. Vi potrete lavare i piedi e dormire. Domani di buon mattino vi alzerete e proseguirete il vostro viaggio.
— Non è il caso — essi risposero — possiamo benissimo trascorrere la notte qui all’aperto.
Ma prima ancora che fossero andati a dormire, tutti gli abitanti della città di Sòdoma, giovani e vecchi, giunti anche dai quartieri più lontani, circondarono la casa.
— Lot, dove sono quegli uomini che sono venuti da te questa notte? Falli uscire! — Dicevano così perché volevano violentarli.
— Fratelli miei, vi prego, non fate una simile malvagità. Datemi ascolto! Io ho due figlie ancora vergini. Ve le porterò fuori e potrete farne quel che vorrete, ma non toccate gli uomini: sono miei ospiti.
Rimandi
19,8
due figlie Gdc 19,24-25.
Note al Testo
19,8
miei ospiti: la sacra legge dell’ospitalità per Lot vale più di qualsiasi altra considerazione.
E aggiunsero:
— Questo individuo, venuto a stare qui come straniero, ora ci vuole insegnare quello che dobbiamo fare! Ti tratteremo peggio di loro.
Si precipitarono contro Lot e si avventarono per sfondare l’uscio. 10Ma i due angeli allungarono le braccia, afferrarono Lot, lo trascinarono in casa e richiusero la porta. Poi colpirono tutta la gente che stava sulla soglia della casa, giovani e vecchi, con un bagliore accecante. Così si affannarono inutilmente a cercare l’entrata.
Distruzione di Sòdoma
I due uomini dissero a Lot: «Il Signore ci ha mandato per distruggere questo luogo, perché tremenda è la protesta salita fino a lui contro i suoi abitanti. Perciò fa’ uscire di qui i tuoi figli, le tue figlie, i tuoi futuri generi, tutti i tuoi che abitano in questa città e ogni altro parente, se ne hai ancora».
«Alzatevi — disse loro — lasciate questo luogo, perché il Signore sta per distruggerlo». Ma essi pensavano che Lot stesse scherzando.
15L’alba stava appena sorgendo quando quegli uomini fecero premura a Lot. «Sbrigati — gli dicevano — prendi tua moglie e le tue due figlie che sono con te e parti, altrimenti morirete nella punizione di questa malvagia città!».
16Lot era ancora indeciso, ma poiché il Signore voleva risparmiarlo, quegli uomini presero per mano lui, sua moglie e le due figlie, li fecero uscire e li lasciarono fuori della città.
Nel condurli fuori uno di essi diceva a Lot:
— Scappa! Ne va della tua vita! Non voltarti indietro. Non fermarti nella pianura! Fuggi in montagna, così non verrai travolto dal disastro.
— No, mio Signore, ti prego! 19Certo tu sei stato favorevole a me che sono tuo servo. Hai avuto verso di me grande benignità conservandomi in vita. Ma io non ce la faccio a salvarmi in montagna, per sfuggire al disastro e non morire. 20Vedi quella piccola città? È abbastanza vicina perché io possa raggiungerla. Ti prego, permettimi di rifugiarmi là: è tanto piccola! Così io vivrò.
21— Ecco — gli rispose il Signore — ti concedo anche questo. Non distruggerò la città che hai indicato. 22Presto, corri! Io non potrò agire finché tu non sarai arrivato laggiù.
Per questo la città è stata chiamata Soar.
Il sole si era levato e Lot era giunto a Soar
Note al Testo
19,23
Soar: questo nome è fatto derivare dal vocabolo che in ebraico significa piccolo (vedi v. 20 e nota a 13,10).
Rimandi
Note al Testo
19,26
una statua di sale: a sud del Mar Morto vi sono rocce saline, alcune delle quali fanno pensare a forme umane. Gesù, in Luca 17,32, si richiama a quel che è capitato alla moglie di Lot.
29Così, quando distrusse le città della valle dove Lot aveva abitato, Dio non si dimenticò di Abramo e salvò Lot da quel disastro.
Origine dei Moabiti e degli Ammoniti
30Poi Lot se ne andò da Soar perché aveva paura di restare lì e si stabilì sulla montagna con le due figlie. Abitò con esse in una grotta.
31La maggiore disse all’altra: «Nostro padre è vecchio e qui intorno non ci sono uomini per sposarci come si fa dappertutto. 32Vieni, facciamo bere nostro padre e passiamo la notte con lui: così avremo figli da nostro padre».
E in quella stessa notte ubriacarono il padre, e la figlia maggiore andò con lui, ma egli non si rese conto di quel che succedeva.
35Quella notte ubriacarono ancora il padre, e la figlia minore andò con lui, ma egli non si rese conto di quel che succedeva.
36Così le due figlie di Lot rimasero incinte del loro padre. La maggiore partorì un figlio che chiamò Moab: egli è il capostipite degli odierni Moabiti. Anche la sorella minore partorì un figlio, che chiamò Ben-Ammi: egli è il capostipite degli odierni Ammoniti.
Rimandi
Note al Testo