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INTRODUZIONE
AL LIBRO DI ISAIA


In ebraico il nome Isaia significa «il Signore salva». Questa espressione può riassumere il contenuto del libro, che comprende 66 capitoli e la cui composizione è stata certamente lunga e complessa. Generazioni successive hanno non solo tramandato il messaggio del profeta dell’VIII secolo, ma lo hanno sviluppato in situazioni diverse, come quella dell’esilio e quella del ritorno in patria in epoca persiana.
Il libro si divide in tre parti, che si riferiscono dunque a periodi diversi, ma non mancano segnali di un collegamento tra di esse. Il libro di Isaia che leggiamo, cioè, non è il risultato della semplice unione di tre scritti indipendenti, ma si configura come una composizione assai articolata.
PRIMA PARTE:
capitoli 1-39
Autore e ambiente storico

La prima parte del libro si riferisce alle persone vissute e ai fatti accaduti negli anni che vanno dal 740 al 700 a.C. circa. È un periodo di pericolosa tensione internazionale: l’Egitto, grande potenza del sud, è in piena decadenza; al nord est, invece, la potenza assira si fa ogni giorno più minacciosa. Gli avvenimenti più importanti per capire le difficoltà del regno di Giuda in questo periodo sono i seguenti:
1. Verso il 734 a.C., mentre Acaz regna a Gerusalemme, i regni di Aram (o Siria) e di Èfraim (o Israele) fanno lega contro il regno di Giuda per costringerlo a unirsi a loro contro la minaccia assira: è la guerra siroefraimita.
2. Il 722-721 a.C. vede la fine del regno d’Israele a nord, la cui capitale Samaria è conquistata dagli Assiri e la popolazione viene deportata.
3. Nel 701 a.C., quando Ezechia è re di Giuda, gli Assiri assediano Gerusalemme e occupano gran parte del suo regno.

In tutti questi anni, Isaia è il portavoce di Dio in Gerusalemme, il campione intransigente della fedeltà a lui, l’annunziatore di un messaggio che va sempre contro corrente, perché la salvezza di Dio è spesso in contrasto con i disegni e i desideri degli uomini.
Caratteristiche principali

Questa prima parte è formata da varie raccolte di messaggi, raggruppate più secondo i contenuti che secondo l’ordine cronologico:
— capitoli 1-12; 28-33: contengono messaggi riguardanti i regni di Giuda e d’Israele-Efraim;
— capitoli 13-23: contengono messaggi riguardanti soprattutto le popolazioni straniere: Babilonia, Filistea, Moab, ecc.;
— capitoli 24-27; 34-35: chiamati talvolta le «apocalissi di Isaia», annunziano il rinnovamento futuro del mondo;
capitoli 36-39: sono racconti (ripetuti anche nei libri dei Re) che si riferiscono al regno di Ezechia.
Isaia protesta contro gli intrighi politici attuati dai dirigenti di Gerusalemme, contro le costanti violazioni del diritto e della giustizia sociale, contro le pratiche religiose dietro le quali si nasconde l’oppressione dei poveri, contro le aspirazioni di grandezza e ogni altra forma di corruzione. La minaccia assira rappresenta, secondo Isaia, l’intervento di Dio stesso contro il suo popolo infedele. Ma, non appena il pericolo sembra imminente, il messaggio del profeta si oppone alla paura e allo scoraggiamento.
In tutte le circostanze Isaia invita a credere, cioè a conservare la fiducia nelle promesse di Dio e nelle norme di vita che egli ha dato al suo popolo. E la fede — insiste Isaia — deve tradursi sempre in atteggiamenti concreti, sia nel campo sociale e politico, sia nelle relazioni interpersonali.
SECONDA PARTE:
capitoli 40-55, chiamata anche
Il libro della consolazione d’Israele.
Ambiente storico

La seconda parte riguarda una situazione storica differente: i Babilonesi, che hanno sostituito gli Assiri come potenza che domina tutta la regione, hanno conquistato Gerusalemme nel 587 a.C. e ne hanno deportato la popolazione. Gli esiliati si interrogano: è possibile che la rovina della città santa sia una vittoria delle divinità babilonesi sul Dio d’Israele? Lontani dalla terra che il Signore aveva dato loro, privati del tempio dove s’incontravano con Dio, essi toccano il fondo della disperazione e sono convinti che Dio li abbia abbandonati.
Caratteristiche principali

Il profeta parla proprio a questa gente scoraggiata. Dio si servirà di Ciro, re dei Persiani, per liberare il suo popolo. Sarà una nuova liberazione, che ricorderà quella dall’Egitto e permetterà al popolo di ritornare nella terra promessa. Dio, poiché è il creatore del mondo, ha il potere di annunziare questi avvenimenti e di realizzarli, mentre le divinità degli altri popoli sono impotenti e non valgono nulla!

In questi messaggi di speranza sono inseriti quattro poemetti che presentano un personaggio misterioso, il Servo del Signore (ad esempio 42,1-4; 49,1-6; 50,4-9; 52,13-53,12), nel quale il Nuovo Testamento vedrà anticipati alcuni aspetti della figura di Gesù (vedi ad esempio Atti 8,30-35).
TERZA PARTE:
capitoli Is 56-66
Ambiente storico

La terza parte fa riferimento al periodo che segue il ritorno dall’esilio. Infatti, nel 538 a.C., Ciro, re dei Persiani, conquista Babilonia e concede ai deportati di ritornare in patria e di ricostruire il tempio. Gli esiliati che hanno scelto la via del ritorno, al loro arrivo, trovano una situazione difficile e inquietante: una città in rovina, un territorio dove spadroneggiano gli abitanti che vi erano rimasti, un popolo di fedeli ridotto quasi a niente, condizioni materiali precarie, un’ingiustizia sociale rinascente, un ritorno a pratiche idolatriche.
Caratteristiche principali

Il profeta si presenta come l’inviato dello Spirito del Signore «per portare il lieto messaggio ai poveri, per curare chi ha il cuore spezzato, per proclamare la liberazione ai deportati, la scarcerazione ai prigionieri» (61,1).
Più tardi Gesù riconoscerà in questa missione del profeta il programma che è venuto egli stesso a realizzare (Luca 4,16-21).
Schema
Prima parte: — Minacce e promesse Is 1,1-12,6 — Dio punirà le nazioni straniere 13,1-23,18 — Giudizio di Dio 24,1-27,13 — Altre minacce e promesse 28,1-33,24 — Giudizio contro Edom e le nazioni 34,1-35,10 — Ezechia re di Giuda e gli Assiri 36,1-39,8 Seconda parte: — Messaggi di consolazione e di speranza 40,1-55,13 Terza parte: — Promesse del Signore a Israele 56,1-66,24