Interconfessionale - Antico Testamento - Profeti - Osea - 10
Osea 10
Fine dell’idolatria
Il popolo d’Israele era come una vigna rigogliosa, piena di grappoli. Più abbondanti erano i suoi frutti, più gli Israeliti costruivano altari ad altre divinità; più la terra era fertile, più abbellivano le loro pietre sacre.
Rimandi
Note al Testo
10,5
Bet-Aven: vedi nota a 4,15. — sacerdoti idolatri: il termine ebraico usato qui è molto raro (vedi 2 Re 23,5 e Sofonia 1,4) e indica probabilmente i sacerdoti che praticavano i culti cananei.
Rimandi
10,8
i santuari Os 4,13. — distrutti 2 Re 23,15-16. — Spine ed erbacce Gn 3,18. — montagne: “Nascondeteci” Lc 23,30; Ap 6,16; cfr. Is 2,10.19.21.
Note al Testo
10,8
I luoghi sacri di Bet-Aven: altri: Le alture dell’iniquità.
Giudizio del Signore contro Israele
Il Signore dice: «Il popolo d’Israele ha peccato contro di me, fin dal delitto commesso a Gàbaa, senza mai smettere. Ed è proprio a Gàbaa che la guerra arriverà sui colpevoli. Io voglio punirli. I popoli si uniranno contro di loro, ed essi saranno puniti per i molti peccati commessi.
Note al Testo
10,10
per i molti peccati commessi: altri: per le loro duplici iniquità. Se la si volesse intendere alla lettera, questa seconda traduzione potrebbe alludere ancora al delitto di Gàbaa (Giudici 19-21) e a quello del tempo di Osea (per un senso più generico vedi però anche Geremia 2,13).
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Note al Testo