Interconfessionale - Nuovo Testamento - Atti degli Apostoli - Atti - 19
Atti degli Apostoli 19
Paolo nella città di Efeso
Mentre Apollo si trovava a Corinto, Paolo attraversò le regioni montuose dell’Asia Minore e arrivò alla città di Efeso. Qui trovò alcuni *discepoli
— Avete ricevuto lo *Spirito Santo quando siete diventati cristiani?
Gli risposero:
— Non abbiamo nemmeno sentito dire che esiste uno Spirito Santo.
— Ma che battesimo avete ricevuto?
Quelli risposero:
— Il battesimo di Giovanni il Battezzatore.
— Battezzando, Giovanni invitava il popolo a cambiare vita e a credere in colui che doveva venire dopo di lui, cioè in Gesù.
Rimandi
19,5
battezzare nel nome del Signore Gesù At 2,38+.
Note al Testo
19,5-7
Come Atti 16,25-34 (vedi nota), anche l’episodio dei discepoli di Efeso si rivela come un modello di iniziazione cristiana, con una forte caratterizzazione del battesimo cristiano nei confronti di quello di Giovanni il Battezzatore, il precursore.
Per tre mesi Paolo poté andare regolarmente nella *sinagoga. Discuteva con franchezza del *regno di Dio e cercava di convincere quelli che lo ascoltavano. C’erano però alcuni che si dimostravano ostinati e si rifiutavano di credere; anzi, in pubblico, parlavano male della fede cristiana. Allora Paolo li abbandonò e separò nettamente i cristiani dalla sinagoga. Ogni giorno si metteva a discutere nella scuola di un tale che si chiamava Tiranno.
Rimandi
19,9
separazione At 13,46; 18,6-7; cfr. 2 Cor 6,17.
Note al Testo
19,9
fede cristiana (= via; dottrina): vedi nota a 9,2.
Rimandi
19,10
soggiorno a Efeso At 19,8; 20,31. — evangelizzazione della provincia dell’Asia cfr. Col 1,7; 4,13.15; Ap 3,14-22.
I figli di Sceva
Dio intanto faceva miracoli straordinari per opera di Paolo.
14Così facevano, ad esempio, i sette figli di un certo Sceva, Ebreo e capo dei *sacerdoti. Ma una volta lo spirito maligno rispose loro: «Gesù lo conosco e Paolo so chi è! Ma voi, chi siete?».
Tutti gli abitanti di Efeso, Ebrei e Greci, vennero a sapere questo fatto. Furono pieni di meraviglia e dicevano: «Il Signore Gesù è grande!».
La sommossa di Efeso
Dopo questi fatti, Paolo decise di attraversare le province della Macedonia e della Grecia, e poi andare a Gerusalemme. Diceva: «Prima vado a Gerusalemme, poi dovrò andare anche a Roma».
Rimandi
19,21
progetto di viaggio a Gerusalemme e a Roma At 23,11; Rm 1,13; 15,23; cfr. 2 Cor 1,15-16.
Note al Testo
19,21
All’interno del suo terzo viaggio missionario Paolo esprime il proposito di farne un altro, quello che lo porterà a Roma, città del suo martirio. L’espressione poi dovrò andare esprime la coscienza che i futuri avvenimenti sono voluti dal Signore.
Rimandi
19,24
un buon guadagno At 16,16.
Note al Testo
19,24
Artèmide: è la dea della fecondità, molto venerata in Oriente.
28Sentendo questo discorso tutti si accesero di collera e si misero a gridare: «Grande è Artèmide, la dea degli Efesini!».
La sommossa si estese a tutta la città. La gente corse in massa al teatro, trascinando con sé Gaio e Aristarco, nativi della Macedonia e compagni di viaggio di Paolo.
30Paolo voleva presentarsi al popolo, ma i cristiani di Efeso non glielo permisero. Anche alcuni funzionari della provincia dell’Asia, amici di Paolo, gli mandarono a dire di non andare al teatro.
Alcuni della folla volevano far parlare un certo Alessandro che gli Ebrei avevano spinto avanti. Egli fece un segno con la mano per ottenere il silenzio e parlare alla folla. 34Ma appena si accorsero che era Ebreo, tutti cominciarono a gridare: «Grande è Artèmide, la dea degli Efesini!», e gridarono in coro per quasi due ore.
35Alla fine il cancelliere della città riuscì a calmare la folla e disse: «Cittadini di Efeso, tutti sanno che la nostra città custodisce il tempio della grande dea Artèmide e che la sua statua è stata a noi donata dal cielo! 36Nessuno al mondo può contestare questi fatti! State dunque calmi e non fate azioni imprudenti. 37Voi avete trascinato qui questi uomini, ma essi non hanno derubato il tempio e non hanno bestemmiato contro la nostra dea. 38Può darsi che Demetrio e i suoi colleghi di lavoro abbiano qualche diritto da rivendicare contro qualcuno, ma per questo ci sono i tribunali e i giudici. Vadano dunque in tribunale a esporre le loro accuse. 39Se invece avete qualche altra questione da discutere, si deciderà in una assemblea legalmente costituita. 40Per i fatti di oggi, c’è il pericolo di essere accusati di aver provocato disordini. Non c’è nessun motivo che possa giustificare questa riunione». Con queste parole il cancelliere della città sciolse l’assemblea.
Rimandi
Note al Testo