INTRODUZIONE
AGLI ATTI DEGLI APOSTOLI
AGLI ATTI DEGLI APOSTOLI
Caratteristiche principali
Questo libro è unico nel suo genere e si distingue nettamente dai vangeli, dalle lettere e dall’Apocalisse. Prevalentemente esso è un racconto che descrive l’attività di alcuni apostoli — soprattutto di Pietro e di Paolo — e la situazione socio-religiosa di diverse comunità di credenti. Il periodo di tempo considerato è abbastanza preciso: si tratta degli anni tra il 30 e il 60 d.C. Il libro contiene informazioni storiche preziose: grazie ad esse infatti conosciamo vari aspetti dell’epoca e degli ambienti cristiani in cui nacquero le lettere apostoliche e cominciarono a formarsi i vangeli. Tuttavia l’atteggiamento dell’autore — Luca — non è esattamente quello dello storico. Egli non si preoccupa di tracciare un quadro completo degli avvenimenti; parla invece soltanto di alcune persone e di certi fatti, a volte senza nemmeno curarsi di portare a termine il racconto iniziato. Qui Luca è piuttosto sulla linea degli evangelisti, proponendosi di ripercorrere il cammino del Vangelo che, dopo l’ascensione di Gesù, si diffonde e si incarna in varie città del mondo, e da Gerusalemme giunge sino a Roma. Più che descrivere le vicende dei personaggi, il racconto presenta esempi e modelli della prima predicazione missionaria, descrive gli interventi dello Spirito, sottolinea la forza del nome di Gesù e il rapido espandersi della chiesa.
Primi lettori
Forse il libro degli Atti tiene conto di molti destinatari, anche alcune persone colte, interessate in quegli anni a conoscere la vera natura del nuovo movimento e della nuova fede di cui si sente parlare.
Questa ipotesi spiegherebbe la presenza di numerosi discorsi. Infatti è consuetudine della letteratura greca antica illustrare il senso degli avvenimenti storici mediante le parole degli stessi protagonisti. Come conseguenza, negli Atti i discorsi di personaggi diversi, ad esempio Pietro e Paolo, risultano molto simili.
I primi lettori devono essere stati soprattutto dei credenti; infatti il racconto non serve tanto a fornire notizie quanto a nutrire e a consolidare la fede. I credenti sono invitati a comprendere e ricordare che quegli avvenimenti non riguardano solamente varie comunità e vari apostoli, ma sono gli atti di Dio che — attraverso di loro — si compiono.
Autore
È il medesimo che ha scritto il terzo vangelo. La struttura del libro fa pensare a qualcuno che è stato a lungo compagno di Paolo. Infatti nei primi capitoli (1-12) l’autore parla soprattutto di Pietro e delle comunità a Gerusalemme, nella Palestina e in Siria; la seconda parte, più ampia (capitoli 13-28) è invece dedicata quasi esclusivamente all’attività missionaria di Paolo, ai suoi viaggi e alle sue difficoltà.
Anzi, l’autore usa spesso la forma «noi», proprio come se fosse un diretto protagonista dei fatti che descrive (vedi 16,10-17; 20,5-15; 21,1-18; 27,1-28,15). La tradizione lo identifica con Luca; alcuni studiosi, tuttavia, pensano che l’autore potrebbe avere utilizzato gli appunti di viaggio di un compagno dell’apostolo, senza essere diretto testimone degli avvenimenti. Circa le lettere di Paolo, è quasi certo che l’autore di Atti non le conosce, perché non le cita e non le utilizza affatto.
Altre informazioni su Luca si trovano nell’introduzione al terzo vangelo.
Schema
— Dedica; ascensione di Gesù; scelta di Mattia 1,1-26
— Pentecoste; la comunità di Gerusalemme 2,1-8,3
— Le comunità di Giudea, Samaria, Siria 8,4-12,24
— Primo viaggio missionario di Paolo 13,1-14,28
— Il concilio di Gerusalemme 15,1-35
— Secondo viaggio missionario 15,36-18,23
— Terzo viaggio missionario 18,23-20,38
— Paolo prigioniero a Gerusalemme, Cesarèa e Roma 21,1-28,31