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CEI 2008 - Antico Testamento - Pentateuco - Esodo - 32

Esodo

Infedeltà del popolo e rinnovamento dell’alleanza
32 Il popolo, vedendo che Mosè tardava a scendere dal monte, fece ressa intorno ad Aronne e gli disse: "Fa' per noi un dio che cammini alla nostra testa, perché a Mosè, quell'uomo che ci ha fatto uscire dalla terra d'Egitto, non sappiamo che cosa sia accaduto".
32,1-34,35 Si è molto discusso sulla storicità dell’episodio del vitello d’oro, che alcuni studiosi considerano una retroproiezione del fatto descritto in 1Re 12,16-33. Posto qui, esso costituisce il “peccato originale” d’Israele, vale a dire un tipo di peccato che l’Israele sedentarizzato ripeterà più volte. Il Mosè di questi capitoli è il modello perfetto di mediatore tra Dio e il popolo.
2Aronne rispose loro: "Togliete i pendenti d'oro che hanno agli orecchi le vostre mogli, i vostri figli e le vostre figlie e portateli a me".
3Tutto il popolo tolse i pendenti che ciascuno aveva agli orecchi e li portò ad Aronne.
4Egli li ricevette dalle loro mani, li fece fondere in una forma e ne modellò un vitello di metallo fuso. Allora dissero: "Ecco il tuo Dio, o Israele, colui che ti ha fatto uscire dalla terra d'Egitto!".
5Ciò vedendo, Aronne costruì un altare davanti al vitello e proclamò: "Domani sarà festa in onore del Signore".
6Il giorno dopo si alzarono presto, offrirono olocausti e presentarono sacrifici di comunione. Il popolo sedette per mangiare e bere, poi si alzò per darsi al divertimento.
7Allora il Signore disse a Mosè: "Va', scendi, perché il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d'Egitto, si è pervertito.
8Non hanno tardato ad allontanarsi dalla via che io avevo loro indicato! Si sono fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono prostrati dinanzi, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: "Ecco il tuo Dio, Israele, colui che ti ha fatto uscire dalla terra d'Egitto"".
Il Signore disse inoltre a Mosè: "Ho osservato questo popolo: ecco, è un popolo dalla dura cervice.
32,9 è un popolo dalla dura cervice: cioè non obbedisce, non si sottomette.
10Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li divori. Di te invece farò una grande nazione".
11Mosè allora supplicò il Signore, suo Dio, e disse: "Perché, Signore, si accenderà la tua ira contro il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d'Egitto con grande forza e con mano potente?
12Perché dovranno dire gli Egiziani: "Con malizia li ha fatti uscire, per farli perire tra le montagne e farli sparire dalla terra"? Desisti dall'ardore della tua ira e abbandona il proposito di fare del male al tuo popolo.
13Ricòrdati di Abramo, di Isacco, di Israele, tuoi servi, ai quali hai giurato per te stesso e hai detto: "Renderò la vostra posterità numerosa come le stelle del cielo, e tutta questa terra, di cui ho parlato, la darò ai tuoi discendenti e la possederanno per sempre"".
Il Signore si pentì del male che aveva minacciato di fare al suo popolo.
32,14 Il Signore si pentì: il testo tende a far comprendere la potenza della preghiera del giusto sul cuore di Dio (un esempio analogo in Gen 18,23ss).
15Mosè si voltò e scese dal monte con in mano le due tavole della Testimonianza, tavole scritte sui due lati, da una parte e dall'altra.
16Le tavole erano opera di Dio, la scrittura era scrittura di Dio, scolpita sulle tavole.
17Giosuè sentì il rumore del popolo che urlava e disse a Mosè: "C'è rumore di battaglia nell'accampamento".
18Ma rispose Mosè:

"Non è il grido di chi canta: "Vittoria!".
Non è il grido di chi canta: "Disfatta!".
Il grido di chi canta a due cori io sento".

19Quando si fu avvicinato all'accampamento, vide il vitello e le danze. Allora l'ira di Mosè si accese: egli scagliò dalle mani le tavole, spezzandole ai piedi della montagna.
20Poi afferrò il vitello che avevano fatto, lo bruciò nel fuoco, lo frantumò fino a ridurlo in polvere, ne sparse la polvere nell'acqua e la fece bere agli Israeliti.
21Mosè disse ad Aronne: "Che cosa ti ha fatto questo popolo, perché tu l'abbia gravato di un peccato così grande?".
22Aronne rispose: "Non si accenda l'ira del mio signore; tu stesso sai che questo popolo è incline al male.
23Mi dissero: "Fa' per noi un dio che cammini alla nostra testa, perché a Mosè, quell'uomo che ci ha fatto uscire dalla terra d'Egitto, non sappiamo che cosa sia accaduto".
24Allora io dissi: "Chi ha dell'oro? Toglietevelo!". Essi me lo hanno dato; io l'ho gettato nel fuoco e ne è uscito questo vitello".
Mosè vide che il popolo non aveva più freno, perché Aronne gli aveva tolto ogni freno, così da farne oggetto di derisione per i loro avversari.
32,25-29 Il testo va spiegato attraverso il genere letterario della eziologia: per giustificare l’investitura dei leviti (v. 29) si pone qui un episodio di “zelo” dei medesimi, per la purezza del culto di Dio.
26Mosè si pose alla porta dell'accampamento e disse: "Chi sta con il Signore, venga da me!". Gli si raccolsero intorno tutti i figli di Levi.
27Disse loro: "Dice il Signore, il Dio d'Israele: "Ciascuno di voi tenga la spada al fianco. Passate e ripassate nell'accampamento da una porta all'altra: uccida ognuno il proprio fratello, ognuno il proprio amico, ognuno il proprio vicino"".
28I figli di Levi agirono secondo il comando di Mosè e in quel giorno perirono circa tremila uomini del popolo.
29Allora Mosè disse: "Ricevete oggi l'investitura dal Signore; ciascuno di voi è stato contro suo figlio e contro suo fratello, perché oggi egli vi accordasse benedizione".
30Il giorno dopo Mosè disse al popolo: "Voi avete commesso un grande peccato; ora salirò verso il Signore: forse otterrò il perdono della vostra colpa".
31Mosè ritornò dal Signore e disse: "Questo popolo ha commesso un grande peccato: si sono fatti un dio d'oro.
32Ma ora, se tu perdonassi il loro peccato... Altrimenti, cancellami dal tuo libro che hai scritto!".
33Il Signore disse a Mosè: "Io cancellerò dal mio libro colui che ha peccato contro di me.
34Ora va', conduci il popolo là dove io ti ho detto. Ecco, il mio angelo ti precederà; nel giorno della mia visita li punirò per il loro peccato".
35Il Signore colpì il popolo, perché aveva fatto il vitello fabbricato da Aronne.


Note al testo

32,1-34,35 Si è molto discusso sulla storicità dell’episodio del vitello d’oro, che alcuni studiosi considerano una retroproiezione del fatto descritto in 1Re 12,16-33. Posto qui, esso costituisce il “peccato originale” d’Israele, vale a dire un tipo di peccato che l’Israele sedentarizzato ripeterà più volte. Il Mosè di questi capitoli è il modello perfetto di mediatore tra Dio e il popolo.
32,9 è un popolo dalla dura cervice: cioè non obbedisce, non si sottomette.
32,14 Il Signore si pentì: il testo tende a far comprendere la potenza della preghiera del giusto sul cuore di Dio (un esempio analogo in Gen 18,23ss).
32,25-29 Il testo va spiegato attraverso il genere letterario della eziologia: per giustificare l’investitura dei leviti (v. 29) si pone qui un episodio di “zelo” dei medesimi, per la purezza del culto di Dio.