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CEI 2008 - Antico Testamento - Libri Profetici - Geremia - 2

Geremia

2 Mi fu rivolta questa parola del Signore:

2,1 ORACOLI AL TEMPO DI GIOSIA (2,1-6,30)
 Israele ha abbandonato il Signore
 Tutto il capitolo è una grande accusa contro Israele, dedito a pratiche idolatriche. La forma si avvicina a quella della contesa giudiziaria.
"Va' e grida agli orecchi di Gerusalemme:
Così dice il Signore:
Mi ricordo di te, dell'affetto della tua giovinezza,
dell'amore al tempo del tuo fidanzamento,
quando mi seguivi nel deserto,
in terra non seminata.
2,2  affetto della tua giovinezza: il tempo dell’esodo. Vedi Os 2,16-22.
3Israele era sacro al Signore,
la primizia del suo raccolto;
quanti osavano mangiarne, si rendevano colpevoli,
la sventura si abbatteva su di loro.
Oracolo del Signore.
4Udite la parola del Signore, casa di Giacobbe,
voi, famiglie tutte d'Israele!
5Così dice il Signore:
Quale ingiustizia trovarono in me i vostri padri
per allontanarsi da me
e correre dietro al nulla,
diventando loro stessi nullità?
6E non si domandarono: "Dov'è il Signore
che ci fece uscire dall'Egitto,
e ci guidò nel deserto,
terra di steppe e di frane,
terra arida e tenebrosa,
terra che nessuno attraversa
e dove nessuno dimora?".
7Io vi ho condotti in una terra che è un giardino,
perché ne mangiaste i frutti e i prodotti,
ma voi, appena entrati, avete contaminato la mia terra
e avete reso una vergogna la mia eredità.
Neppure i sacerdoti si domandarono:
"Dov'è il Signore?".
Gli esperti nella legge non mi hanno conosciuto,
i pastori si sono ribellati contro di me,
i profeti hanno profetato in nome di Baal
e hanno seguito idoli che non aiutano.
2,8  Neppure i sacerdoti: l’accusa è contro le autorità politiche (i pastori sono i re) e religiose. Gli esperti nella legge sono forse gli stessi sacerdoti. Si può anche pensare ai giudici, oppure agli scribi.
9Per questo intenterò ancora un processo contro di voi
- oracolo del Signore -
e farò causa ai figli dei vostri figli.
Recatevi nelle isole dei Chittìm e osservate,
mandate gente a Kedar e considerate bene,
vedete se è mai accaduta una cosa simile.
2,10  Chittìm: Cipro, ma nell’AT il termine designa anche genericamente le isole del Mediterraneo. Kedar: una tribù araba.
11Un popolo ha cambiato i suoi dèi?
Eppure quelli non sono dèi!
Ma il mio popolo ha cambiato me, sua gloria,
con un idolo inutile.
12O cieli, siatene esterrefatti,
inorriditi e spaventati.
Oracolo del Signore.
Due sono le colpe che ha commesso il mio popolo:
ha abbandonato me,
sorgente di acqua viva,
e si è scavato cisterne,
cisterne piene di crepe,
che non trattengono l'acqua.
2,13  cisterne: il peccato d’idolatria significava rifiuto del Dio della vita, acqua viva, cioè acqua sorgiva e perenne, e scelta degli idoli, cisterne piene di crepe, che non trattengono l’acqua, che cioè portano alla morte. L’immagine dell’acqua viva è usata da Gesù per indicare il dono dello Spirito Santo (Gv 4,10; 7,37-39).
14Israele è forse uno schiavo,
o è nato servo in casa?
Perché è diventato una preda?
15Contro di lui ruggiscono leoni
con ruggiti minacciosi.
Hanno ridotto la sua terra a deserto,
le sue città sono state bruciate e nessuno vi abita.
Persino le genti di Menfi e di Tafni
ti hanno umiliata radendoti il capo.
2,16 Menfi e Tafni: importanti città dell’Egitto. La rasatura del capo si riferisce all’oppressione da parte dell’Egitto; qualche interprete pensa che si alluda alla morte del re di Giuda (anche in ebraico il termine “capo” può avere il doppio significato che ha in italiano).
17Non ti accade forse tutto questo
perché hai abbandonato il Signore, tuo Dio,
al tempo in cui era tua guida nel cammino?
18E ora, perché corri verso l'Egitto
a bere l'acqua del Nilo?
Perché corri verso l'Assiria
a bere l'acqua dell'Eufrate?
19La tua stessa malvagità ti castiga
e le tue ribellioni ti puniscono.
Renditi conto e prova quanto è triste e amaro
abbandonare il Signore, tuo Dio,
e non avere più timore di me.
Oracolo del Signore degli eserciti.
20Già da tempo hai infranto il giogo,
hai spezzato i legami
e hai detto: "Non voglio essere serva!".
Su ogni colle elevato
e sotto ogni albero verde ti sei prostituita.
21Io ti avevo piantato come vigna pregiata,
tutta di vitigni genuini;
come mai ti sei mutata
in tralci degeneri di vigna bastarda?
22Anche se tu ti lavassi con soda e molta potassa,
resterebbe davanti a me la macchia della tua iniquità.
Oracolo del Signore.
23Come osi dire: "Non mi sono contaminata,
non ho seguito i Baal"?
Guarda nella valle le tracce dei tuoi passi,
riconosci quello che hai fatto,
giovane cammella leggera e vagabonda!
24Asina selvatica, abituata al deserto:
quando ansima nell'ardore del suo desiderio,
chi può frenare la sua brama?
Quanti la cercano non fanno fatica:
la troveranno sempre disponibile.
25Férmati prima che il tuo piede resti scalzo
e la tua gola inaridisca!
Ma tu rispondi: "No, è inutile,
perché io amo gli stranieri,
voglio andare con loro".
26Come viene svergognato un ladro sorpreso in flagrante,
così restano svergognati quelli della casa d'Israele,
con i loro re, i loro capi,
i loro sacerdoti e i loro profeti.
27Dicono a un pezzo di legno: "Sei tu mio padre",
e a una pietra: "Tu mi hai generato".
A me rivolgono le spalle, non la faccia;
ma al tempo della sventura invocano:
"Àlzati, salvaci!".
28Dove sono gli dèi che ti sei costruito?
Si alzino, se sono capaci di salvarti
nel tempo della sventura;
poiché numerosi come le tue città
sono i tuoi dèi, o Giuda!
29Perché contendete con me?
Tutti vi siete ribellati contro di me.
Oracolo del Signore.
30Invano ho colpito i vostri figli:
non hanno imparato la lezione.
La vostra spada ha divorato i vostri profeti
come un leone distruttore.
31Voi di questa generazione,
fate attenzione alla parola del Signore!
Sono forse divenuto un deserto per Israele
o una terra dov'è sempre notte?
Perché il mio popolo dice: "Siamo liberi,
non verremo più da te"?
32Dimentica forse una vergine i suoi ornamenti,
una sposa la sua cintura?
Eppure il mio popolo mi ha dimenticato
da giorni innumerevoli.
33Come sai scegliere bene la tua via
in cerca di amore!
Anche alle donne peggiori
hai insegnato le tue strade.
Sull'orlo delle tue vesti
si trova persino il sangue di poveri innocenti,
da te non sorpresi a scassinare!
Eppure per tutto questo
2,34 da te non sorpresi a scassinare: secondo la legge di Es 22,1, l’uccisione di un ladro, sorpreso di notte a scassinare, non era considerata un delitto.
35tu protesti: "Io sono innocente,
perciò la sua ira si è allontanata da me".
Ecco, io ti chiamo in giudizio,
perché hai detto: "Non ho peccato!".
36Con quale leggerezza cambi strada?
Anche dall'Egitto sarai delusa,
come fosti delusa dall'Assiria.
37Anche di là tornerai con le mani sul capo,
perché il Signore ha respinto coloro nei quali confidi;
da loro non avrai alcun vantaggio.


Note al testo

2,1 ORACOLI AL TEMPO DI GIOSIA (2,1-6,30)
 Israele ha abbandonato il Signore
 Tutto il capitolo è una grande accusa contro Israele, dedito a pratiche idolatriche. La forma si avvicina a quella della contesa giudiziaria.
2,2  affetto della tua giovinezza: il tempo dell’esodo. Vedi Os 2,16-22.
2,8  Neppure i sacerdoti: l’accusa è contro le autorità politiche (i pastori sono i re) e religiose. Gli esperti nella legge sono forse gli stessi sacerdoti. Si può anche pensare ai giudici, oppure agli scribi.
2,10  Chittìm: Cipro, ma nell’AT il termine designa anche genericamente le isole del Mediterraneo. Kedar: una tribù araba.
2,13  cisterne: il peccato d’idolatria significava rifiuto del Dio della vita, acqua viva, cioè acqua sorgiva e perenne, e scelta degli idoli, cisterne piene di crepe, che non trattengono l’acqua, che cioè portano alla morte. L’immagine dell’acqua viva è usata da Gesù per indicare il dono dello Spirito Santo (Gv 4,10; 7,37-39).
2,16 Menfi e Tafni: importanti città dell’Egitto. La rasatura del capo si riferisce all’oppressione da parte dell’Egitto; qualche interprete pensa che si alluda alla morte del re di Giuda (anche in ebraico il termine “capo” può avere il doppio significato che ha in italiano).
2,34 da te non sorpresi a scassinare: secondo la legge di Es 22,1, l’uccisione di un ladro, sorpreso di notte a scassinare, non era considerata un delitto.