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CEI 2008 - Nuovo Testamento - Atti degli Apostoli - Atti degli Apostoli - 22

Atti degli Apostoli

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22 1 "Fratelli e padri, ascoltate ora la mia difesa davanti a voi".
2Quando sentirono che parlava loro in lingua ebraica, fecero ancora più silenzio. Ed egli continuò:
"Io sono un Giudeo, nato a Tarso in Cilìcia, ma educato in questa città, formato alla scuola di Gamaliele nell'osservanza scrupolosa della Legge dei padri, pieno di zelo per Dio, come oggi siete tutti voi.
22,3 Gamaliele: vedi 5,34 e nota relativa.
4Io perseguitai a morte questa Via, incatenando e mettendo in carcere uomini e donne,
5come può darmi testimonianza anche il sommo sacerdote e tutto il collegio degli anziani. Da loro avevo anche ricevuto lettere per i fratelli e mi recai a Damasco per condurre prigionieri a Gerusalemme anche quelli che stanno là, perché fossero puniti.
6Mentre ero in viaggio e mi stavo avvicinando a Damasco, verso mezzogiorno, all'improvviso una grande luce dal cielo sfolgorò attorno a me;
7caddi a terra e sentii una voce che mi diceva: "Saulo, Saulo, perché mi perséguiti?".
8Io risposi: "Chi sei, o Signore?". Mi disse: "Io sono Gesù il Nazareno, che tu perséguiti".
9Quelli che erano con me videro la luce, ma non udirono la voce di colui che mi parlava.
10Io dissi allora: "Che devo fare, Signore?". E il Signore mi disse: "Àlzati e prosegui verso Damasco; là ti verrà detto tutto quello che è stabilito che tu faccia".
11E poiché non ci vedevo più, a causa del fulgore di quella luce, guidato per mano dai miei compagni giunsi a Damasco.
12Un certo Anania, devoto osservante della Legge e stimato da tutti i Giudei là residenti,
13venne da me, mi si accostò e disse: "Saulo, fratello, torna a vedere!". E in quell'istante lo vidi.
14Egli soggiunse: "Il Dio dei nostri padri ti ha predestinato a conoscere la sua volontà, a vedere il Giusto e ad ascoltare una parola dalla sua stessa bocca,
15perché gli sarai testimone davanti a tutti gli uomini delle cose che hai visto e udito.
16E ora, perché aspetti? Àlzati, fatti battezzare e purificare dai tuoi peccati, invocando il suo nome".
17Dopo il mio ritorno a Gerusalemme, mentre pregavo nel tempio, fui rapito in estasi
18e vidi lui che mi diceva: "Affréttati ed esci presto da Gerusalemme, perché non accetteranno la tua testimonianza su di me".
19E io dissi: "Signore, essi sanno che facevo imprigionare e percuotere nelle sinagoghe quelli che credevano in te;
20e quando si versava il sangue di Stefano, tuo testimone, anche io ero presente e approvavo, e custodivo i vestiti di quelli che lo uccidevano".
21Ma egli mi disse: "Va', perché io ti manderò lontano, alle nazioni"".
Fino a queste parole erano stati ad ascoltarlo, ma a questo punto alzarono la voce gridando: "Togli di mezzo costui; non deve più vivere!".
22,22-29 Paolo si dichiara cittadino romano
23E poiché continuavano a urlare, a gettare via i mantelli e a lanciare polvere in aria,
24il comandante lo fece portare nella fortezza, ordinando di interrogarlo a colpi di flagello, per sapere perché mai gli gridassero contro in quel modo.
Ma quando l'ebbero disteso per flagellarlo, Paolo disse al centurione che stava lì: "Avete il diritto di flagellare uno che è cittadino romano e non ancora giudicato?".
22,25 La cittadinanza romana è rivendicata qui prima della battitura con verghe, a differenza di 16,37.
26Udito ciò, il centurione si recò dal comandante ad avvertirlo: "Che cosa stai per fare? Quell'uomo è un romano!".
27Allora il comandante si recò da Paolo e gli domandò: "Dimmi, tu sei romano?". Rispose: "Sì".
Replicò il comandante: "Io, questa cittadinanza l'ho acquistata a caro prezzo". Paolo disse: "Io, invece, lo sono di nascita!".
22,28 Il nome del comandante, Claudio Lisia (vedi 23,26), lascia supporre che egli abbia comprato la cittadinanza romana sotto l’imperatore Claudio.
29E subito si allontanarono da lui quelli che stavano per interrogarlo. Anche il comandante ebbe paura, rendendosi conto che era romano e che lui lo aveva messo in catene.
Il giorno seguente, volendo conoscere la realtà dei fatti, cioè il motivo per cui veniva accusato dai Giudei, gli fece togliere le catene e ordinò che si riunissero i capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio; fece condurre giù Paolo e lo fece comparire davanti a loro.


22,30-23,11 - Paolo di fronte al tribunale ebraico

Note al testo

22,3 Gamaliele: vedi 5,34 e nota relativa.
22,22-29 Paolo si dichiara cittadino romano
22,25 La cittadinanza romana è rivendicata qui prima della battitura con verghe, a differenza di 16,37.
22,28 Il nome del comandante, Claudio Lisia (vedi 23,26), lascia supporre che egli abbia comprato la cittadinanza romana sotto l’imperatore Claudio.
22,30-23,11 - Paolo di fronte al tribunale ebraico