CEI 2008 - Nuovo Testamento - Atti degli Apostoli - Atti degli Apostoli - 23
Atti degli Apostoli
23 1 Con lo sguardo fisso al sinedrio, Paolo disse: "Fratelli, io ho agito fino ad oggi davanti a Dio in piena rettitudine di coscienza". Ma il sommo sacerdote Anania ordinò ai presenti di percuoterlo sulla bocca.
23,5
Citazione di Es 22,27.
23,9
L’affermazione sull’innocenza di Paolo assomiglia a quelle di Pilato e di Erode riguardo a Gesù (Lc 23,4.14.15.22).
Fattosi giorno, i Giudei ordirono un complotto e invocarono su di sé la maledizione, dicendo che non avrebbero né mangiato né bevuto finché non avessero ucciso Paolo. 13Erano più di quaranta quelli che fecero questa congiura. 14Essi si presentarono ai capi dei sacerdoti e agli anziani e dissero: "Ci siamo obbligati con giuramento solenne a non mangiare nulla sino a che non avremo ucciso Paolo. 15Voi dunque, insieme al sinedrio, dite ora al comandante che ve lo conduca giù, con il pretesto di esaminare più attentamente il suo caso; noi intanto ci teniamo pronti a ucciderlo prima che arrivi".
Ma il figlio della sorella di Paolo venne a sapere dell'agguato; si recò alla fortezza, entrò e informò Paolo. 17Questi allora fece chiamare uno dei centurioni e gli disse: "Conduci questo ragazzo dal comandante, perché ha qualche cosa da riferirgli". 18Il centurione lo prese e lo condusse dal comandante dicendo: "Il prigioniero Paolo mi ha fatto chiamare e mi ha chiesto di condurre da te questo ragazzo, perché ha da dirti qualche cosa". 19Il comandante lo prese per mano, lo condusse in disparte e gli chiese: "Che cosa hai da riferirmi?". 20Rispose: "I Giudei si sono messi d'accordo per chiederti di condurre domani Paolo nel sinedrio, con il pretesto di indagare più accuratamente nei suoi riguardi. 21Tu però non lasciarti convincere da loro, perché più di quaranta dei loro uomini gli tendono un agguato: hanno invocato su di sé la maledizione, dicendo che non avrebbero né mangiato né bevuto finché non l'avessero ucciso; e ora stanno pronti, aspettando il tuo consenso".
22Il comandante allora congedò il ragazzo con questo ordine: "Non dire a nessuno che mi hai dato queste informazioni".
Fece poi chiamare due dei centurioni e disse: "Preparate duecento soldati per andare a Cesarèa insieme a settanta cavalieri e duecento lancieri, tre ore dopo il tramonto. Siano pronte anche delle cavalcature e fatevi montare Paolo, perché venga condotto sano e salvo dal governatore Felice".
Secondo gli ordini ricevuti, i soldati presero Paolo e lo condussero di notte ad Antipàtride.
Note al testo