Ebrei
I contenutiQuesto scritto si presenta come un'esortazione rivolta a cristiani in difficoltà (10,32-36; 12,3-4). Alcuni di essi ripensano con nostalgia alle esperienze religiose ebraiche (4,14-16; 12,9-10); altri, sfiduciati, rischiano di abbandonare la fede cristiana (3,7-14; 10,24-25). L'autore espone, in forma di omelia, il tema della mediazione unica e definitiva di Gesù Cristo, Figlio di Dio (4,14-5,10). Gesù è il sommo sacerdote della nuova alleanza promessa dai profeti (8,6-13). La sua morte, liberamente accettata, è il vero sacrificio che libera dal peccato e unisce i credenti a Dio (10,1-18). La seconda parte dello scritto contiene un'esortazione alla fiducia e alla perseveranza, sviluppata attraverso molti esempi tratti dall'AT (11,1-12,29). Lo schema della lettera è il seguente:
Prologo (1,1-4)
In Cristo si compie la salvezza (1,5-4,13)
Cristo sommo sacerdote (4,14-10,18)
Il cammino della fede (10,19-13,19)
Epilogo (13,20-25).
Le caratteristiche
La lettera agli Ebrei è intessuta di riferimenti e confronti con i temi biblici della tradizione giudaica; rispetto alle altre lettere paoline, è uno scritto diverso per argomento e stile, non certo per importanza. Nel complesso è un discorso dottrinale ed esortativo, che soltanto al termine assume l'aspetto di una lettera (13,20-25).
L'origine
Un maestro e capo di una comunità cristiana scrisse questa lettera. Egli dimostra un'eccezionale familiarità con la tradizione biblica e giudaica, congiunta con una conoscenza raffinata della lingua greca. La menzione di Timòteo e della comunità dei cristiani dell'Italia (13,23-24), sono indizi troppo vaghi per definire l'origine del nostro scritto. Riguardo all'autore, tra le varie ipotesi, gode di un certo credito quella che lo identifica nell'alessandrino Apollo, un giudeo-cristiano esperto di Sacra Scrittura e collaboratore di Paolo (At 18,24-28; 1Cor 1,12; 3,4-9; 16,12). Circa la data di composizione alcuni indicano la fine del I sec.; altri pensano invece a un periodo di poco anteriore all'anno 70. I continui richiami alla religione giudaica fanno pensare che la lettera sia stata indirizzata a cristiani di origine ebraica.