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CEI 2008 - Nuovo Testamento - Vangeli - Matteo - 7

Matteo

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7 Non giudicate, per non essere giudicati;
7,1-6  Non giudicare (vedi Lc 6,37-42)
 “Giudicare”, nel linguaggio biblico, equivale spesso a condannare.
2perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi.
3Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?
4O come dirai al tuo fratello: "Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio", mentre nel tuo occhio c'è la trave?
5Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.
Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.
7,6 Le cose sante - ivi compresa la dottrina - non vanno esposte alla derisione e allo scherno. Se non si deve giudicare nessuno, è tuttavia necessario praticare un saggio discernimento.
Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto.
7,7-14  Entrate per la porta stretta (vedi Lc 11,9-13)
8Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto.
9Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra?
10E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe?
11Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono!
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti.
7,12  Per Legge e Profeti vedi nota a 5,17.
13Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano.
14Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!
Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci!
7,15-23  Falsi profeti e falsi discepoli (vedi Lc 6,43-45; 13,25-27)
 Il problema del riconoscimento dei falsi profeti era vivo nella comunità di Matteo. Qui si propone un criterio di fondo: non le pratiche carismatiche, ma una vita secondo la parola di Dio.
16Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi?
17Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi;
18un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni.
19Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco.
20Dai loro frutti dunque li riconoscerete.
21Non chiunque mi dice: "Signore, Signore", entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.
In quel giorno molti mi diranno: "Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?".
7,22 Il giorno è quello del giudizio.
23Ma allora io dichiarerò loro: "Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l'iniquità!".
Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia.
7,24-29  La casa sulla roccia (vedi Lc 6,47-7,1)
 Il vangelo di Matteo, scritto per una comunità che è continuamente confrontata col giudaismo, insiste sulla pratica della parola di Dio. Matteo non si oppone in ciò al principio di Paolo, per il quale è la fede e non le opere a salvare perché, anche per Paolo, la fede opera “per mezzo della carità”: Gal 5,6.
25Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia.
26Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia.
27Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande".
Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento:
7,28 Gesù parlava non come interprete della Legge, ma come l’inviato del Padre.
29egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.


Note al testo

7,1-6  Non giudicare (vedi Lc 6,37-42)
 “Giudicare”, nel linguaggio biblico, equivale spesso a condannare.
7,6 Le cose sante - ivi compresa la dottrina - non vanno esposte alla derisione e allo scherno. Se non si deve giudicare nessuno, è tuttavia necessario praticare un saggio discernimento.
7,7-14  Entrate per la porta stretta (vedi Lc 11,9-13)
7,12  Per Legge e Profeti vedi nota a 5,17.
7,15-23  Falsi profeti e falsi discepoli (vedi Lc 6,43-45; 13,25-27)
 Il problema del riconoscimento dei falsi profeti era vivo nella comunità di Matteo. Qui si propone un criterio di fondo: non le pratiche carismatiche, ma una vita secondo la parola di Dio.
7,22 Il giorno è quello del giudizio.
7,24-29  La casa sulla roccia (vedi Lc 6,47-7,1)
 Il vangelo di Matteo, scritto per una comunità che è continuamente confrontata col giudaismo, insiste sulla pratica della parola di Dio. Matteo non si oppone in ciò al principio di Paolo, per il quale è la fede e non le opere a salvare perché, anche per Paolo, la fede opera “per mezzo della carità”: Gal 5,6.
7,28 Gesù parlava non come interprete della Legge, ma come l’inviato del Padre.