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Interconfessionale - Antico Testamento - Deuterocanonici - 1 Maccabei - 6

Primo libro dei Maccabei 6

Come morì Antioco Epifane

Mentre percorreva le regioni settentrionali, il re Antioco venne a sapere che in Persia c’era la città di Elimàide, famosa per le ricchezze in oro e argento.
Rimandi
6,1 regioni settentrionali 3,37+.
Note al Testo
6,1 regioni settentrionali: vedi nota a 2 Maccabei 9,23. — Elimàide: non si conosce nessuna città che porti questo nome, ma esclusivamente una regione, vicina a Susa, capitale della Persia.
Nella città c’era pure un tempio ricchissimo, dove si trovavano armature d’oro, corazze e armi. Le aveva lasciate Alessandro, figlio di Filippo, re della Macedonia, che per primo aveva regnato sui Greci.
Note al Testo
6,2 tempio: questo tempio è il Naneon, dedicato alla dea Nanea-Artemide (vedi 2 Maccabei 1,13 e nota).
3Perciò Antioco andò verso quella città, volendo occuparla e depredarla. Ma non ci riuscì. Infatti gli abitanti della città erano venuti a sapere del re
4e gli resistettero con le armi. Il re fu messo in fuga e, addolorato, decise di lasciare quel luogo per tornare in Babilonia.
5Ma quando era ancora in Persia venne un messaggero per dirgli: «Le truppe che hai mandato contro la Giudea sono state sconfitte,
6e Lisia, che era partito con un potente esercito, è stato respinto dagli Israeliti. Questi si sono rinforzati con armi, truppe e un grosso bottino di guerra.
Gli Israeliti hanno anche abbattuto l’idolo che tu avevi costruito sull’altare di Gerusalemme, hanno circondato il tempio con alte mura, come era prima, e hanno pure fortificato Bet-Sur, una delle città che appartengono al re».
Note al Testo
6,7 l’idolo: il testo greco lo indica con la parola abominio perché tale era un idolo per gli Ebrei (vedi nota a 1,54). — Bet-Sur: vedi 4,29 e nota.
8Sentendo queste notizie, il re rimase sbalordito ed entrò in grande agitazione. Si gettò sul letto e cadde in preda alla tristezza perché non aveva potuto realizzare i suoi sogni.
9Per molti giorni rimase in queste condizioni: una forte depressione lo assaliva continuamente ed egli credeva di morire.
10Allora chiamò tutti i suoi amici e disse loro: «Non riesco più a dormire. Mi sento oppresso dall’angoscia.
11Un tempo io ero molto fortunato e benvoluto sul mio trono. Ora invece sono malridotto e affondo in un mare di guai.
12Adesso mi ricordo del male che ho fatto a Gerusalemme: ho portato via i suoi arredi d’argento e d’oro e ho dato ordine di sopprimere gli abitanti della Giudea senza motivo.
13Riconosco che questa è la causa delle mie sciagure. Ecco, io muoio con pena immensa in terra straniera».
Un nuovo re: Antioco Eupàtore

Poi il re Antioco fece chiamare Filippo uno dei suoi amici, e lo nominò capo di tutto il suo regno.
Note al Testo
6,14 Questo Filippo, rivale di Lisia (vedi 6,55), stretto collaboratore e amico del re (vedi 2 Maccabei 9,29), non va confuso con un altro Filippo, detto il Frigio (vedi 2 Maccabei 5,22).
Gli consegnò la corona, il suo manto regale e l’anello, con l’incarico di educare suo figlio Antioco e di prepararlo al governo del regno.
Note al Testo
6,15 anello: o sigillo (vedi Aggeo 2,23 e nota).
Poi il re morì in quel luogo l’anno 149 dell’èra greca.
Note al Testo
6,16 anno 149: settembre-ottobre del 164 a.C. (vedi nota a 1,10).
Ma Lisia appena seppe che il re era morto, prese suo figlio Antioco, che aveva educato fin da bambino, lo proclamò re e gli impose il nome di Eupàtore.
Note al Testo
6,17 Eupàtore: questo nome significa: “figlio di nobile padre”.
Giuda Maccabeo attacca la Cittadella

18Ora quelli che abitavano nella Cittadella tenevano gli Ebrei bloccati attorno al tempio. Li molestavano continuamente, mentre favorivano gli stranieri.
19Giuda Maccabeo pensò di toglierli di mezzo e riunì tutto il popolo per stringerli d’assedio.
Si organizzarono e, nell’anno 150 dell’èra greca, circondarono con l’esercito la Cittadella, costruirono terrapieni e macchine adatte all’assedio.
Rimandi
6,20 circondarono con l’esercito la Cittadella 11,20; 12,36; 13,49.
Note al Testo
6,20 anno 150: nel 163-162 a.C.
21Ma alcuni abitanti della Cittadella sfuggirono e con loro si allearono alcuni Ebrei traditori.
22Andarono dal re e gli dissero: «Che cosa aspetti a fare giustizia e a vendicare i nostri fratelli?
23Noi abbiamo servito tuo padre con piacere. Abbiamo sempre osservato i suoi comandi e ubbidito ai suoi decreti.
24Per questo motivo i nostri concittadini hanno assediato la Cittadella e si sono separati da noi. Anzi, hanno ucciso tutti i nostri che sono riusciti a prendere e hanno devastato la nostra terra.
25Hanno allungato le loro mani voraci non solo contro di noi ma anche contro tutti i popoli confinanti.
26Ecco, ora stanno accampati intorno alla Cittadella, in Gerusalemme, per espugnarla. Hanno anche fortificato il tempio e Bet-Sur.
27Se non intervieni prima di loro con un’azione fulminea, faranno anche cose peggiori e non potrai più fermarli».
La battaglia di Bet-Zaccaria

Sentendo queste cose Antioco fu preso dalla collera. Radunò tutti i suoi amici i capi dell’esercito e i cavalieri.
Note al Testo
6,28 suoi amici: vedi nota a 2,18.
29Dagli altri regni e dalle isole del mare gli arrivarono truppe mercenarie.
30Il suo esercito contava in tutto centomila fanti, ventimila cavalli e trentadue elefanti addestrati per la guerra.
Passarono attraverso l’Idumea e posero l’accampamento di fronte a Bet-Sur. Attaccarono per molti giorni servendosi di macchine da guerra. Ma gli assediati uscirono e incendiarono quelle macchine, combattendo con coraggio.
Note al Testo
6,31 L’esercito probabilmente seguì lo stesso itinerario percorso durante la prima spedizione militare di Lisia (vedi 4,29 e nota). Vi sarà inoltre uno scontro a Modin (vedi 2 Maccabei 13,14).
Giuda allora si allontanò dalla Cittadella e pose l’accampamento presso Bet-Zaccaria, di fronte al campo del re.
Note al Testo
6,32 Cittadella: la fortezza di Gerusalemme (vedi nota a 1,33) che gli Ebrei stavano assediando (vedi i versi 18-20). — Bet-Zaccaria: a 9 km a nord di Bet-Sur e perciò a circa 20 km a sud-est di Gerusalemme.
33Il re però si levò di buon mattino e trasferì rapidamente i suoi soldati sulla strada di Bet-Zaccaria. Le truppe si prepararono per la battaglia e si misero a suonare le trombe.
34Agli elefanti, per eccitarli al combattimento, diedero succo d’uva e di more.
Poi li smistarono tra i reparti dell’esercito. Intorno a ciascun elefante misero mille uomini con corazze a maglie di ferro e con elmi di bronzo in testa. Inoltre cinquecento cavalieri scelti erano disposti intorno a ciascun elefante.
Note al Testo
6,35 i reparti dell’esercito: il testo greco ha falangi: erano unità di fanteria, che durante la battaglia avanzavano formando un gruppo compatto; i soldati erano armati con una lunga lancia e protetti dal loro scudo. Posti tra le falangi, gli elefanti erano così protetti ai loro fianchi.
36Essi gli stavano sempre al fianco e quando l’elefante si spostava, si spostavano anche loro, senza allontanarsi mai.
Ogni elefante portava una torretta di legno, ben corazzata e assicurata all’animale per mezzo di un congegno. Su ciascuna torre vi erano un conducente indiano e quattro uomini armati che combattevano.
Note al Testo
6,37 quattro: il testo greco ha trentadue; quattro è correzione di questo numero inverosimile.
38Il resto della cavalleria il re lo divise in due parti, ai lati dell’esercito, per intimorire il nemico e per proteggere le truppe.
39Quando poi il sole brillò sugli scudi d’oro e di bronzo, le montagne di riflesso splendevano e scintillavano come fiaccole accese.
40Una parte dell’esercito del re si schierò sugli alti monti; gli altri invece nella pianura. Poi cominciarono ad avanzare compatti e sicuri.
41Tutti quelli che sentivano la voce delle truppe, il calpestio di quella gente e il rumore delle loro armi rimanevano spaventati: era un esercito straordinariamente grande e potente.
42Giuda però si avvicinò con il suo esercito e li attaccò. Dell’esercito del re morirono circa seicento uomini.
Eroismo di Eleàzaro

Eleàzaro, detto Auaràn, vide un elefante coperto con bardature da re e più alto di tutti gli altri. Credendo che sopra ci fosse il re,
Note al Testo
6,43 Eleàzaro: il fratello minore di Giuda (vedi 2,5).
44volle sacrificarsi per liberare il suo popolo e passare alla storia.
45Corse con coraggio verso quell’elefante passando attraverso l’esercito e uccidendo a destra e a sinistra: di fronte a lui i nemici si divisero in due parti.
46Arrivato fin sotto l’elefante, lo colpì dal basso e lo uccise. L’elefante si accasciò a terra sopra di lui e così Eleàzaro morì.
47Gli Ebrei però, vedendo la forza del re e l’impeto delle sue truppe, si ritirarono.
Il monte Sion viene assediato

48I soldati del re allora salirono verso Gerusalemme per attaccare gli Ebrei. Per questo il re fece fermare l’accampamento contro la Giudea e contro il monte Sion.
Intanto fece trattative di pace con gli abitanti di Bet-Sur, i quali uscirono dalla città perché non avevano più da mangiare, essendo quello un anno di riposo per la terra. Essi non erano quindi in grado di sostenere un assedio.
Note al Testo
6,49 anno di riposo: ogni sette anni gli Ebrei dovevano lasciar riposare la terra senza coltivarla e nello stesso tempo dovevano liberare gli schiavi e condonare i debiti (vedi Levitico 25). Quell’anno (164-163 a.C.) la situazione era quindi particolarmente difficile (vedi v. 53).
50In questo modo il re conquistò Bet-Sur e vi lasciò delle guardie per controllarla.
Per molti giorni il re assediò anche il tempio. Costruì pure piattaforme, macchine lanciafiamme, lanciapietre e altri ordigni per lanciare frecce e proiettili.
Note al Testo
6,51 assediò anche il tempio: il termine tempio è usato qui nel suo senso più largo: per indicare tutto l’insieme della collina del tempio (vedi v. 62).
52Anche gli Ebrei però costruirono macchine da guerra per contrapporle alle loro e resistettero molti giorni.
53A un certo punto agli Ebrei vennero a mancare i viveri perché quello era il settimo anno, cioè l’anno del riposo per la loro terra. Inoltre gli Ebrei che dalle altre nazioni si erano rifugiati in Giudea avevano dato fondo alle riserve.
54Nel tempio rimasero solo pochi uomini. Gli altri, sorpresi dalla fame, si dispersero e ritornarono al loro paese.
Il re concede agli Ebrei la pace religiosa

55Come abbiamo detto, il re Antioco, quando era ancora in vita, aveva incaricato Filippo di educare suo figlio Antioco per prepararlo al trono. Ora Filippo
56era ritornato dalle regioni della Persia e della Media con le truppe che avevano accompagnato il re e cercava di impadronirsi del potere.
Lisia, saputo questo, si affrettò a partire. Al re, ai capi dell’esercito e ai soldati disse: «Noi diminuiamo di giorno in giorno e il cibo scarseggia. Il luogo che assediamo è ben fortificato, mentre noi abbiamo il dovere di occuparci degli affari del regno.
Note al Testo
6,57 Lisia: vedi 3,32 e nota.
58Mettiamoci dunque d’accordo con questi uomini e cerchiamo di fare la pace con loro e con tutto il popolo.
59Concediamo pure loro di vivere come prima, secondo le loro leggi. Si è scatenata la loro ira e hanno fatto tutto questo perché noi abbiamo distrutto le loro tradizioni».
60Il discorso di Lisia piacque al re e ai capi. Antioco mandò a trattare la pace con gli Ebrei ed essi accettarono.
61Il re e i capi si impegnarono con giuramento davanti agli Ebrei ed essi uscirono dalla fortezza.
62Ma il re salì sul monte Sion e, appena vide che era ben fortificato, non mantenne il giuramento che aveva fatto e comandò di distruggere il muro di cinta.
63Poi partì in fretta e ritornò ad Antiòchia. Qui trovò Filippo che aveva conquistato la città. Gli fece guerra e occupò la città con la forza.

Rimandi

6,1 regioni settentrionali 3,37+.
6,20 circondarono con l’esercito la Cittadella 11,20; 12,36; 13,49.

Note al Testo

6,1 regioni settentrionali: vedi nota a 2 Maccabei 9,23. — Elimàide: non si conosce nessuna città che porti questo nome, ma esclusivamente una regione, vicina a Susa, capitale della Persia.
6,2 tempio: questo tempio è il Naneon, dedicato alla dea Nanea-Artemide (vedi 2 Maccabei 1,13 e nota).
6,7 l’idolo: il testo greco lo indica con la parola abominio perché tale era un idolo per gli Ebrei (vedi nota a 1,54). — Bet-Sur: vedi 4,29 e nota.
6,14 Questo Filippo, rivale di Lisia (vedi 6,55), stretto collaboratore e amico del re (vedi 2 Maccabei 9,29), non va confuso con un altro Filippo, detto il Frigio (vedi 2 Maccabei 5,22).
6,15 anello: o sigillo (vedi Aggeo 2,23 e nota).
6,16 anno 149: settembre-ottobre del 164 a.C. (vedi nota a 1,10).
6,17 Eupàtore: questo nome significa: “figlio di nobile padre”.
6,20 anno 150: nel 163-162 a.C.
6,28 suoi amici: vedi nota a 2,18.
6,31 L’esercito probabilmente seguì lo stesso itinerario percorso durante la prima spedizione militare di Lisia (vedi 4,29 e nota). Vi sarà inoltre uno scontro a Modin (vedi 2 Maccabei 13,14).
6,32 Cittadella: la fortezza di Gerusalemme (vedi nota a 1,33) che gli Ebrei stavano assediando (vedi i versi 18-20). — Bet-Zaccaria: a 9 km a nord di Bet-Sur e perciò a circa 20 km a sud-est di Gerusalemme.
6,35 i reparti dell’esercito: il testo greco ha falangi: erano unità di fanteria, che durante la battaglia avanzavano formando un gruppo compatto; i soldati erano armati con una lunga lancia e protetti dal loro scudo. Posti tra le falangi, gli elefanti erano così protetti ai loro fianchi.
6,37 quattro: il testo greco ha trentadue; quattro è correzione di questo numero inverosimile.
6,43 Eleàzaro: il fratello minore di Giuda (vedi 2,5).
6,49 anno di riposo: ogni sette anni gli Ebrei dovevano lasciar riposare la terra senza coltivarla e nello stesso tempo dovevano liberare gli schiavi e condonare i debiti (vedi Levitico 25). Quell’anno (164-163 a.C.) la situazione era quindi particolarmente difficile (vedi v. 53).
6,51 assediò anche il tempio: il termine tempio è usato qui nel suo senso più largo: per indicare tutto l’insieme della collina del tempio (vedi v. 62).
6,57 Lisia: vedi 3,32 e nota.