Interconfessionale - Antico Testamento - Scritti - 2 Cronache - 12
Secondo libro delle Cronache 12
Il re d’Egitto invade il regno di Giuda
(vedi 1 Re 14,25-28)
Quando Roboamo ebbe consolidato il suo regno e si sentì sicuro di sé, si allontanò dalla legge del Signore e tutto il popolo lo imitò.
Il re e i capi del regno di Giuda si erano rinchiusi in Gerusalemme per paura di Sisak. Il profeta Semaià si presentò loro e disse: «Ecco che cosa dice il Signore: Voi avete abbandonato me e ora io ho abbandonato voi in mano di Sisak».
6Il re e i capi d’Israele riconobbero la loro colpa e dissero: «Il Signore ha ragione!».
7Il Signore vide che avevano riconosciuto il loro torto e comunicò a Semaià questa decisione: «Poiché hanno riconosciuto il loro torto, non li distruggerò. Non consegnerò Gerusalemme nelle mani di Sisak: fra poco darò loro una via di scampo. Però resteranno sottomessi a Sisak. Così capiranno la differenza tra servire me ed essere servi di un re di questo mondo».
12Poiché Roboamo aveva riconosciuto il suo torto, il Signore trattenne il suo sdegno contro di lui. La catastrofe non ci fu: c’era infatti ancora del buono nel regno di Giuda.
Fine del regno di Roboamo
(vedi 1 Re 14,21-24.29-31)
13Il re Roboamo, figlio di Naamà, una donna di origine ammonita, continuò a regnare a Gerusalemme e consolidò il suo potere. Egli era diventato re all’età di quarantun anni e regnò per diciassette. La sua capitale fu Gerusalemme, la città che il Signore aveva scelto fra tutte le tribù per manifestarvi la sua presenza. Egli si comportò male perché non si impegnò a seguire in tutto il Signore.
Rimandi
Note al Testo