CEI 1974 - Antico Testamento - Libri Storici - 2 Maccabei - 12
2 Maccabei
12 1 Conclusi questi accordi, Lisia ritornò presso il re; i Giudei invece si diedero a coltivare la terra. Ma alcuni dei comandanti dei distretti e precisamente Timòteo e Apollonio, figlio di Gennèo, Ierònimo e Demofonte e, oltre questi, Nicànore, il comandante dei mercenari di Cipro, non li lasciavano vivere tranquilli né procedere in pace.Vittorie di Giuda nel Galaad
12,15
Allusione a cfr. Gs 6, 20.
Vittoria di Giuda a Carnion 17 Allontanatisi di là settecentocinquanta stadi giunsero a Caraca, presso i Giudei chiamati Tubiani; 18 ma da quelle parti non trovarono Timòteo, il quale era già partito dalla zona, senza aver intrapreso alcuna azione, ma lasciando in un certo luogo un presidio molto forte. 19 Dosìteo e Sosìpatro, due capitani del Maccabeo, in una sortita sterminarono gli uomini di Timòteo lasciati nella fortezza, che erano più di diecimila. 20 Intanto il Maccabeo ordinò il suo esercito dividendolo in reparti, nominò questi al comando dei reparti e mosse contro Timòteo, il quale aveva con sé centoventimila fanti e duemilacinquecento cavalieri. 21 Quando Timòteo seppe dell`arrivo di Giuda, mandò avanti le donne, i fanciulli e tutto il bagaglio nel luogo chiamato Carnion: era questa una posizione inespugnabile e inaccessibile per la strettezza di tutti i passaggi. 22 All`apparire del primo reparto di Giuda, si diffuse tra i nemici il panico e il terrore perché si verificò contro di loro l`apparizione di colui che dall`alto tutto vede, e perciò cominciarono a fuggire precipitandosi chi da una parte chi dall`altra, cosicché spesso erano colpiti dai propri compagni e trafitti dalle punte delle loro spade. 23 Giuda dirigeva l`inseguimento con ogni energia, trafiggendo quegli empi: ne sterminò circa trentamila. 24 Lo stesso Timòteo, caduto in mano agli uomini di Dosìteo e Sosìpatro, supplicava con molta astuzia di essere lasciato sano e salvo, perché tratteneva come ostaggi i genitori di molti di loro e di alcuni i fratelli ai quali sarebbe capitato di essere trattati senza riguardo. 25 Avendo egli con molti discorsi prestato solenne promessa di restituire incolumi gli ostaggi, lo lasciarono libero per la salvezza dei propri fratelli. Giuda mosse poi contro Carnion e l`Atergatèo e uccise venticinquemila uomini.
Giuda vince Gorgia 32 Dopo questa festa, chiamata Pentecoste, mossero contro Gorgia, stratega dell`Idumea. 33 Questi avanzò con tremila fanti e quattrocento cavalieri. 34 Schieratisi in combattimento, caddero un piccolo numero di Giudei. 35 Un certo Dosìteo, degli uomini di Bacènore, abile nel cavalcare e valoroso, si attaccò a Gorgia e, afferratolo per la clamide, lo trascinava a gran forza volendo prendere vivo quello scellerato; ma uno dei cavalieri traci si gettò su di lui tagliandogli la spalla e Gorgia potè fuggire a Maresa. 36 Poiché gli uomini di Esdrin combattevano da lungo tempo ed erano stanchi, Giuda supplicò il Signore che si mostrasse loro alleato e guida nella battaglia. 37 Poi, intonato nella lingua paterna il grido di guerra che si accompagnava agli inni, diede un assalto improvviso alle truppe di Gorgia e le mise in fuga.
Giuda fa offrire scarifici per i morti 38 Giuda poi radunò l`esercito e venne alla città di Odollam; poiché si compiva la settimana, si purificarono secondo l`uso e vi passarono il sabato. 39 Il giorno dopo, quando ormai la cosa era diventata necessaria, gli uomini di Giuda andarono a raccogliere i cadaveri per deporli con i loro parenti nei sepolcri di famiglia. 40 Ma trovarono sotto la tunica di ciascun morto oggetti sacri agli idoli di Iamnia, che la legge proibisce ai Giudei; fu perciò a tutti chiaro il motivo per cui costoro erano caduti. 41 Perciò tutti, benedicendo l`operato di Dio, giusto giudice che rende palesi le cose occulte, 42 ricorsero alla preghiera, supplicando che il peccato commesso fosse pienamente perdonato. Il nobile Giuda esortò tutti quelli del popolo a conservarsi senza peccati, avendo visto con i propri occhi quanto era avvenuto per il peccato dei caduti. Poi fatta una colletta, con tanto a testa, per circa duemila dramme d`argento, le inviò a Gerusalemme perché fosse offerto un sacrificio espiatorio, compiendo così un`azione molto buona e nobile, suggerita dal pensiero della risurrezione.
12,43-45
L'autore attribuisce chiaramente il gesto di Giuda ala sua fede nella risurrezione dei morti; in cfr. 7, 9 parla della retribuzione nell'al di là. Il sacrificio serve ad espiare i peccati dei morti per ottenere il perdono. Queste affermazioni sono alla base della dottrina cristiana del Purgatorio e dei suffragi per i defunti.
Note al testo