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CEI1974

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Giobbe

L’ignoto autore di questo capolavoro universale è il più grande poeta della Bibbia. Il libro è ben architettato, anche se risente di certe ripetizioni e lungaggini tipiche dello stile orientale: un prologo e un epilogo in prosa incorniciano tre cicli di discorsi (cc. 3-31) polemici di Giobbe con tre dotti amici, cui si aggiungono un intermezzo (c. 28) e un supplemento (cc. 32-37). Giobbe, un sapiente sceicco arabo la cui fama risale alla letteratura fenicia dei secc. XV-XIV, è scelto a protagonista di un dramma angoscioso per l’umanità di tutti i tempi. Egli è sottoposto da Satana, col permesso di Dio, a prove durissime; sicuro della propria innocenza, si domanda perché Dio lo castiga come se fosse empio. Dio stesso, provocato, interviene per rispondere a Giobbe, ma il problema non viene definitivamente risolto. Giobbe, però, comprende che Dio non può essere ingiusto e accetta con fede il mistero dell’agire divino. Il libro, trattando della sofferenza dell’innocente, praticamente rispecchia il comportamento dell’uomo al cospetto del mistero di Dio. Si dovrà aspettare il Nuovo Testamento per contemplare nel mistero di Cristo, annunciato da Isaia (c. 53) come l’Innocente che soffre per i peccati del mondo, le radici, ultime del male che devasta la terra e il valore inestimabile della sofferenza nel piano divino di salvezza.