CEI 2008 - Nuovo Testamento - Lettere Paoline - Gàlati - 2
Gàlati
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CEI 2008
2
Quattordici anni dopo, andai di nuovo a Gerusalemme in compagnia di Bàrnaba, portando con me anche Tito:
2,1-10
Paolo accolto dagli apostoli
Paolo racconta la sua seconda visita a Gerusalemme, per mostrare in primo luogo che è stato accolto dagli altri apostoli, ai quali ha esposto la sua metodologia nell’annuncio del Vangelo ai pagani. Nel resoconto che egli fa dell’incontro con le colonne della Chiesa (v. 9), Paolo pone l’accento sul fatto che non gli fu imposto nulla (v. 6) e soprattutto che fu riconosciuto il suo ruolo di apostolo dei pagani. L’unico impegno, che Paolo si è preso a cuore di attuare, è la raccolta per soccorrere i poveri di Gerusalemme. Questa iniziativa da parte delle comunità paoline è una testimonianza di comunione con le Chiese di origine giudaica (Rm 15,25-27; 2Cor 8,14; 9,12-15).
Paolo racconta la sua seconda visita a Gerusalemme, per mostrare in primo luogo che è stato accolto dagli altri apostoli, ai quali ha esposto la sua metodologia nell’annuncio del Vangelo ai pagani. Nel resoconto che egli fa dell’incontro con le colonne della Chiesa (v. 9), Paolo pone l’accento sul fatto che non gli fu imposto nulla (v. 6) e soprattutto che fu riconosciuto il suo ruolo di apostolo dei pagani. L’unico impegno, che Paolo si è preso a cuore di attuare, è la raccolta per soccorrere i poveri di Gerusalemme. Questa iniziativa da parte delle comunità paoline è una testimonianza di comunione con le Chiese di origine giudaica (Rm 15,25-27; 2Cor 8,14; 9,12-15).
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EG2,1Deinde post annos quattuordecim, iterum ascendi Hierosolymam cum Barnaba, assumpto et Tito;
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2,2vi andai però in seguito a una rivelazione. Esposi loro il Vangelo che io annuncio tra le genti, ma lo esposi privatamente alle persone più autorevoli, per non correre o aver corso invano.
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EGascendi autem secundum revelationem; et contuli cum illis evangelium, quod praedico in gentibus, seorsum autem his, qui observabantur, ne forte in vacuum currerem aut cucurrissem.
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2,3Ora neppure Tito, che era con me, benché fosse greco, fu obbligato a farsi circoncidere;
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2,4e questo contro i falsi fratelli intrusi, i quali si erano infiltrati a spiare la nostra libertà che abbiamo in Cristo Gesù, allo scopo di renderci schiavi;
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EG2,4Sed propter subintroductos falsos fratres, qui subintroierunt explorare libertatem nostram, quam habemus in Christo Iesu, ut nos in servitutem redigerent;
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2,5ma a loro non cedemmo, non sottomettendoci neppure per un istante, perché la verità del Vangelo continuasse a rimanere salda tra voi.
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EGquibus neque ad horam cessimus subicientes nos, ut veritas evangelii permaneat apud vos.
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2,6Da parte dunque delle persone più autorevoli - quali fossero allora non m'interessa, perché Dio non guarda in faccia ad alcuno - quelle persone autorevoli a me non imposero nulla.
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EGAb his autem, qui videbantur esse aliquid — quales aliquando fuerint, nihil mea interest; Deus personam hominis non accipit — mihi enim, qui observabantur, nihil contulerunt,
EGAb his autem, qui videbantur esse aliquid — quales aliquando fuerint, nihil mea interest; Deus personam hominis non accipit — mihi enim, qui observabantur, nihil contulerunt,
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2,7Anzi, visto che a me era stato affidato il Vangelo per i non circoncisi, come a Pietro quello per i circoncisi -
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EG2,7sed e contra, cum vidissent quod creditum est mihi evangelium praeputii, sicut Petro circumcisionis
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2,8poiché colui che aveva agito in Pietro per farne un apostolo dei circoncisi aveva agito anche in me per le genti -
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EG2,8— qui enim operatus est Petro in apostolatum circumcisionis operatus est et mihi inter gentes —
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2,9e riconoscendo la grazia a me data, Giacomo, Cefa e Giovanni, ritenuti le colonne, diedero a me e a Bàrnaba la destra in segno di comunione, perché noi andassimo tra le genti e loro tra i circoncisi.
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EGet cum cognovissent gratiam, quae data est mihi, Iacobus et Cephas et Ioannes, qui videbantur columnae esse, dexteras dederunt mihi et Barnabae communionis, ut nos in gentes, ipsi autem in circumcisionem;
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2,10Ci pregarono soltanto di ricordarci dei poveri, ed è quello che mi sono preoccupato di fare.
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EG2,10tantum ut pauperum memores essemus, quod etiam sollicitus fui hoc ipsum facere.
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Ma quando Cefa venne ad Antiòchia, mi opposi a lui a viso aperto perché aveva torto.
2,11-21
Ad Antiòchia: contrasto fra Paolo e Pietro
Si ignorano la data e le circostanze di questo contrasto fra Paolo e Pietro ad Antiòchia. Nella comunità cristiana di Antiòchia, formata da Ebrei e pagani convertiti, Pietro sceglie, a un certo momento, di stare con i giudeo-cristiani. Questa condotta di Pietro provoca una scissione, che Paolo considera pericolosa e soprattutto in contraddizione con la verità del Vangelo (v. 14) . Da qui Paolo prende lo spunto per presentare la dottrina della giustificazione per mezzo della fede in Gesù Cristo.
Si ignorano la data e le circostanze di questo contrasto fra Paolo e Pietro ad Antiòchia. Nella comunità cristiana di Antiòchia, formata da Ebrei e pagani convertiti, Pietro sceglie, a un certo momento, di stare con i giudeo-cristiani. Questa condotta di Pietro provoca una scissione, che Paolo considera pericolosa e soprattutto in contraddizione con la verità del Vangelo (v. 14) . Da qui Paolo prende lo spunto per presentare la dottrina della giustificazione per mezzo della fede in Gesù Cristo.
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EG2,11Cum autem venisset Cephas Antiochiam, in faciem ei restiti, quia reprehensibilis erat.
EG2,11Cum autem venisset Cephas Antiochiam, in faciem ei restiti, quia reprehensibilis erat.
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Infatti, prima che giungessero alcuni da parte di Giacomo, egli prendeva cibo insieme ai pagani; ma, dopo la loro venuta, cominciò a evitarli e a tenersi in disparte, per timore dei circoncisi.
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EGPrius enim quam venirent quidam ab Iacobo, cum gentibus comedebat; cum autem venissent, subtrahebat et segregabat se, timens eos, qui ex circumcisione erant.
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2,13E anche gli altri Giudei lo imitarono nella simulazione, tanto che pure Bàrnaba si lasciò attirare nella loro ipocrisia.
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EGEt simulationi eius consenserunt ceteri Iudaei, ita ut et Barnabas simul abduceretur illorum simulatione.
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2,14Ma quando vidi che non si comportavano rettamente secondo la verità del Vangelo, dissi a Cefa in presenza di tutti: "Se tu, che sei Giudeo, vivi come i pagani e non alla maniera dei Giudei, come puoi costringere i pagani a vivere alla maniera dei Giudei?".
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EG2,14Sed cum vidissem quod non recte ambularent ad veritatem evangelii, dixi Cephae coram omnibus: “ Si tu, cum Iudaeus sis, gentiliter et non Iudaice vivis, quomodo gentes cogis iudaizare?”.
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sapendo tuttavia che l'uomo non è giustificato per le opere della Legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Cristo Gesù per essere giustificati per la fede in Cristo e non per le opere della Legge; poiché per le opere della Legge non verrà mai giustificato nessuno.
2,16
Da uno stato di ingiustizia, cioè di peccato, l’essere umano passa a quello di giustizia o di santità, grazie all’azione interiore di Dio, che elimina il peccato e conferisce una vita nuova. Questo cambiamento è frutto della redenzione compiuta da Gesù Cristo; e quindi è la fede in lui che rende giusti, non l’osservanza della legge di Mosè. Paolo trova una conferma nelle parole di Sal 143,2.
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EGscientes autem quod non iustificatur homo ex operibus legis nisi per fidem Iesu Christi, et nos in Christum Iesum credidimus, ut iustificemur ex fide Christi et non ex operibus legis, quoniam ex operibus legis non iustificabitur omnis caro.
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2,17Se pertanto noi che cerchiamo la giustificazione in Cristo siamo trovati peccatori come gli altri, Cristo è forse ministro del peccato? Impossibile!
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EGQuodsi quaerentes iustificari in Christo, inventi sumus et ipsi peccatores, numquid Christus peccati minister est? Absit!
EGQuodsi quaerentes iustificari in Christo, inventi sumus et ipsi peccatores, numquid Christus peccati minister est? Absit!
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EG2,18Si enim, quae destruxi, haec iterum aedifico, praevaricatorem me constituo.
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In realtà mediante la Legge io sono morto alla Legge, affinché io viva per Dio. Sono stato crocifisso con Cristo,
2,19
Diverse sono le interpretazioni di questo versetto: per la legge dello Spirito, Paolo è morto alla legge di Mosè (Rm 8,2); mediante la legge di Mosè, che ha condannato Cristo a morte, Paolo è morto a questa Legge; il credente battezzato, unito intimamente a Gesù crocifisso, è morto alla Legge e ora vive per Dio (2,20; Rm 6,6; 7,4). Il senso generale è tuttavia chiaro: Paolo ha trovato nella stessa Legge le ragioni per morire alla Legge e vivere per Dio.
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EG2,19Ego enim per legem legi mortuus sum, ut Deo vivam. Christo confixus sum cruci:
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e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me.
2,20
Paolo si identifica con Cristo a tal punto da poter dire che è crocifisso con Cristo e che Cristo ora vive in lui. Per questo egli è giudicato dallo Spirito del Signore (1Cor 2,10-12) e fa proprie a ogni momento le scelte di Gesù (5,22-25).
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EG2,20vivo autem iam non ego, vivit vero in me Christus; quod autem nunc vivo in carne, in fide vivo Filii Dei, qui dilexit me et tradidit seipsum pro me.
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2,21Dunque non rendo vana la grazia di Dio; infatti, se la giustificazione viene dalla Legge, Cristo è morto invano.
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EGNon irritam facio gratiam Dei; si enim per legem iustitia, ergo Christus gratis mortuus est.