CEI 2008 - Antico Testamento - Libri Storici - Tobia - 10
Tobia
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10
Frattanto ogni giorno Tobi contava le giornate, quante erano necessarie all'andata e quante al ritorno. Quando poi i giorni furono al termine e il figlio non era ancora tornato,
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10,2pensò: "Che sia stato trattenuto là? O che sia morto Gabaèl e non c'è nessuno che gli dia il denaro?".
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Tb10,2Allora Tobi si mise a pensare: «Magari si è fermato là! O per caso è morto Gabaèl o non c’era nessuno a dargli i soldi!».
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10,4Sua moglie Anna diceva: "Mio figlio è morto e non è più tra i vivi". E cominciò a piangere e a lamentarsi sul proprio figlio, dicendo:
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Tb10,4Sua moglie Anna diceva già: «Mio figlio è morto! Ormai non è più tra i vivi!». E si metteva a piangere e far lamenti sul figlio:
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10,6Le rispondeva Tobi: "Taci, non stare in pensiero, sorella; egli sta bene. Certo li trattiene là qualche fatto imprevisto. Del resto l'uomo che lo accompagnava è sicuro ed è uno dei nostri fratelli. Non affliggerti per lui, sorella; tra poco sarà qui".
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10,7Ma lei replicava: "Lasciami stare e non ingannarmi! Mio figlio è morto". E subito usciva e osservava la strada per la quale era partito suo figlio; così faceva ogni giorno e non si fidava di nessuno. Quando il sole era tramontato, rientrava a piangere e a lamentarsi per tutta la notte e non prendeva sonno.
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TbMa lei gli ribatteva:
— Stai almeno zitto con me! Non cercare di ingannarmi: mio figlio è morto!
E ogni mattina usciva presto di casa, andava sulla strada dalla quale era partito suo figlio e rimaneva là ad aspettare, gli occhi fissi in lontananza. Tornava a casa soltanto al tramonto del sole e poi passava la notte a piangere e a gemere, senza più prendere sonno.
— Stai almeno zitto con me! Non cercare di ingannarmi: mio figlio è morto!
E ogni mattina usciva presto di casa, andava sulla strada dalla quale era partito suo figlio e rimaneva là ad aspettare, gli occhi fissi in lontananza. Tornava a casa soltanto al tramonto del sole e poi passava la notte a piangere e a gemere, senza più prendere sonno.
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Compiuti i quattordici giorni delle feste nuziali, quelli che Raguele con giuramento aveva stabilito di organizzare per la propria figlia, Tobia andò da lui e gli disse: "Lasciami partire. Sono certo che mio padre e mia madre non hanno più speranza di rivedermi. Ti prego dunque, o padre, di volermi congedare, perché possa tornare da mio padre. Già ti ho spiegato in quale condizione l'ho lasciato".
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TbPassarono i quattordici giorni della festa che Raguele si era impegnato a dare per le nozze di sua figlia.
Tobia andò da lui e gli disse:
— Lasciami partire adesso! Sono sicuro che a quest’ora mio padre e mia madre hanno ormai perso la speranza di rivedermi! Ti prego, padre! Lasciami partire, perché voglio tornare dai miei genitori. Ti avevo detto come avevo lasciato mio padre alla mia partenza!
Tobia andò da lui e gli disse:
— Lasciami partire adesso! Sono sicuro che a quest’ora mio padre e mia madre hanno ormai perso la speranza di rivedermi! Ti prego, padre! Lasciami partire, perché voglio tornare dai miei genitori. Ti avevo detto come avevo lasciato mio padre alla mia partenza!
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10,9Rispose Raguele a Tobia: "Resta, figlio, resta con me. Manderò messaggeri a tuo padre Tobi, perché gli portino tue notizie". Ma egli disse: "No, ti prego di lasciarmi andare da mio padre".
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Tb10,9Raguele disse:
— Fermati ancora un po’, figlio. Resta ancora qui con noi. Io manderò messaggeri a informare tuo padre!
Ma Tobia insistette:
— No, ti prego! Lasciami partire e tornare da mio padre!
— Fermati ancora un po’, figlio. Resta ancora qui con noi. Io manderò messaggeri a informare tuo padre!
Ma Tobia insistette:
— No, ti prego! Lasciami partire e tornare da mio padre!
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10,10Allora Raguele, alzatosi, consegnò a Tobia la sposa Sara con metà dei suoi beni, servi e serve, buoi e pecore, asini e cammelli, vesti, denaro e suppellettili.
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10,11Li congedò in buona salute. A lui poi rivolse questo saluto: "Sta' sano, figlio, e fa' buon viaggio! Il Signore del cielo vi assista, te e tua moglie Sara, e possa io vedere i vostri figli prima di morire".
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10,12Poi disse a Sara sua figlia: "Va' dai tuoi suoceri, poiché da questo momento essi sono i tuoi genitori, come coloro che ti hanno dato la vita. Va' in pace, figlia, e possa sentire buone notizie a tuo riguardo, finché sarò in vita". Dopo averli salutati, li congedò.
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TbPoi disse a sua figlia Sara: «Va’ dai tuoi suoceri. Ormai essi per te sono padre e madre come noi che ti abbiamo messa al mondo. Va’ in pace, figlia! Fa’ che io abbia sempre a sentire buone notizie di te, finché sarò in vita!».
Poi li abbracciò tutti e due e li lasciò partire.
Poi li abbracciò tutti e due e li lasciò partire.
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10,13Edna disse a Tobia: "Figlio e fratello carissimo, il Signore ti riconduca a casa e possa io vedere i figli tuoi e di Sara, mia figlia, prima di morire. Davanti al Signore ti affido mia figlia in custodia. Non farla soffrire in nessun giorno della tua vita. Figlio, va' in pace. D'ora in avanti io sono tua madre e Sara è tua sorella. Possiamo tutti insieme avere buona fortuna per tutti i giorni della nostra vita". Li baciò tutti e due e li congedò sani e salvi.
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TbEdna disse a Tobia: «Figlio mio carissimo, il Signore ti accompagni! Possa io vivere tanto a lungo da vedere i vostri figli prima di morire! Alla presenza del Signore ti affido mia figlia. Non rattristarla mai, nessun giorno della tua vita. E ora, figlio, va’ in pace! Ormai io sono tua madre, come Sara è la tua sposa. Mi auguro che possiamo tutti andare avanti contenti e felici per tutti i giorni della nostra vita».
Poi li baciò ambedue e li lasciò partire contenti.
Poi li baciò ambedue e li lasciò partire contenti.
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10,14Allora Tobia partì da Raguele in buona salute e lieto, benedicendo il Signore del cielo e della terra, il re dell'universo, perché aveva dato buon esito al suo viaggio.
Raguele gli disse: "Possa tu avere la fortuna di onorare i tuoi genitori tutti i giorni della loro vita".
Raguele gli disse: "Possa tu avere la fortuna di onorare i tuoi genitori tutti i giorni della loro vita".
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Tb10,14Così Tobia si allontanò dalla casa di Raguele contento e felice. Ringraziò Dio, il Signore del cielo e della terra e re dell’universo, per aver dato al suo viaggio un esito così felice. Raguele gli disse ancora: «Ti auguro di fare onore ai tuoi genitori, tutti i giorni della tua vita!».