CEI 2008 - Antico Testamento - Pentateuco - Esodo - 2
Esodo
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NT greco
Nascita, vocazione e missione di Mosè
( 2,1-7,13 )
CEI 2008
2
Un uomo della famiglia di Levi andò a prendere in moglie una discendente di Levi.
2,1-10
Il racconto del bambino ebreo, destinato a morte sicura per volere del faraone e salvato dalla figlia stessa del faraone, sottolinea l’importanza del personaggio. L’esistenza di un racconto analogo per il re mesopotamico Sargon di Accad (seconda metà del terzo millennio a.C.) evidenzia il ruolo storico di grande rilievo cui è chiamato Mosè.
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Quando il bambino fu cresciuto, lo condusse alla figlia del faraone. Egli fu per lei come un figlio e lo chiamò Mosè, dicendo: "Io l'ho tratto dalle acque!".
2,10
L’etimologia scientifica del nome Mosè va ricercata nella lingua egiziana (vedi i nomi dei faraoni Tut-mosis, Ra-mses, A-mosis, per i quali si è ipotizzato il significato di “figlio di...”). Il testo biblico ne offre una di tipo popolare, accostando, per assonanza, il nome di Mosè al verbo ebraico mashah, che significa “estrarre, tirar fuori da”.
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Il faraone sentì parlare di questo fatto e fece cercare Mosè per metterlo a morte. Allora Mosè fuggì lontano dal faraone e si fermò nel territorio di Madian e sedette presso un pozzo.