CEI 200835,2"Ti pare di aver pensato correttamente, quando dicesti: "Sono giusto davanti a Dio"?
CEI 200835,3Tu dici infatti: "A che serve? Quale guadagno ho a non peccare?".
CEI 200835,4Voglio replicare a te e ai tuoi amici insieme con te.
CEI 200835,5Contempla il cielo e osserva, considera le nubi, come sono più alte di te.
CEI 200835,6Se pecchi, che cosa gli fai? Se aumenti i tuoi delitti, che danno gli arrechi?
CEI 200835,7Se tu sei giusto, che cosa gli dai o che cosa riceve dalla tua mano?
CEI 200835,8Su un uomo come te ricade la tua malizia, su un figlio d'uomo la tua giustizia!
CEI 2008Si grida sotto il peso dell'oppressione, si invoca aiuto contro il braccio dei potenti,
35,9-16 Il testo ebraico è di difficile interpretazione e non sempre è possibile renderlo con la dovuta chiarezza. Il tema centrale sembra essere: Dio ascolta solo se lo si invoca con cuore umile.
CEI 200835,10ma non si dice: "Dov'è quel Dio che mi ha creato, che ispira nella notte canti di gioia,
CEI 200835,11che ci rende più istruiti delle bestie selvatiche, che ci fa più saggi degli uccelli del cielo?".
CEI 200835,12Si grida, allora, ma egli non risponde a causa della superbia dei malvagi.
CEI 200835,13È inutile: Dio non ascolta e l'Onnipotente non vi presta attenzione;
CEI 200835,14ancor meno quando tu dici che non lo vedi, che la tua causa sta innanzi a lui e tu in lui speri,
CEI 200835,15e così pure quando dici che la sua ira non punisce né si cura molto dell'iniquità.
CEI 200835,16Giobbe dunque apre a vuoto la sua bocca e accumula chiacchiere senza senso".