CEI 2008 - Antico Testamento - Pentateuco - Esodo - 25
Esodo
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NT greco
CEI 2008
Essi mi faranno un santuario e io abiterò in mezzo a loro.
25,8-9
La presenza del Dio dell’alleanza è legata al tempo, ma anche a uno spazio. Il luogo dove Dio dimora, ma soprattutto il popolo nel quale dimora, diviene così “sacro”: e io abiterò in mezzo a loro (v. 8). Nel vangelo di Giovanni, il Verbo di Dio sceglierà la carne dell’uomo come luogo sacro del suo attendarsi tra noi: e venne ad abitare in mezzo a noi (1,14).
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Faranno dunque un'arca di legno di acacia: avrà due cubiti e mezzo di lunghezza, un cubito e mezzo di larghezza, un cubito e mezzo di altezza.
25,10-22
L’oggetto più prezioso e significativo della presenza di Dio è l’arca, che riveste una duplice valenza: scrigno della Testimonianza (v. 16) e trono da dove Dio rivolge i suoi ordini a Mosè (v. 22). Una delle denominazioni di Dio, il Signore degli eserciti, che siede sui cherubini (1Sam 4,4), ha un riferimento evidente al coperchio dell’arca, sormontato da due cherubini adoranti. Per le vicende dell’arca, vedi 1Sam 4-6; 2Sam 6; 1Re 8.
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Farai il propiziatorio, d'oro puro; avrà due cubiti e mezzo di lunghezza e un cubito e mezzo di larghezza.
25,17
propiziatorio: lastra d’oro che copriva l’arca, considerata il luogo della presenza di Dio. Il termine dà rilievo al fatto che tale presenza si realizza come gratuita benevolenza di Dio verso il suo popolo. Essa prende forma nel rito dell’aspersione in occasione del sacrificio di cui si parla in Lv 16 (vedi note a Lv 16,2.14). Nel NT sarà Gesù Cristo lo strumento di espiazione che ottiene da Dio la remissione dei peccati (vedi nota a Rm 3,25).
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Farai una tavola di legno di acacia: avrà due cubiti di lunghezza, un cubito di larghezza, un cubito e mezzo di altezza.
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Farai anche un candelabro d'oro puro. Il candelabro sarà lavorato a martello, il suo fusto e i suoi bracci; i suoi calici, i suoi bulbi e le sue corolle saranno tutti di un pezzo.