CEI 2008 - Antico Testamento - Libri Profetici - Ezechiele - 11
Ezechiele
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NT greco
CEI 2008
11
Uno spirito mi sollevò e mi trasportò alla porta orientale del tempio del Signore, che guarda a oriente. Ed ecco, davanti alla porta vi erano venticinque uomini; in mezzo a loro vidi Iaazania, figlio di Azzur, e Pelatia, figlio di Benaià, capi del popolo.
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Sono coloro che dicono: "Non in breve tempo si costruiscono le case. Questa città è la pentola e noi siamo la carne".
11,3
Questa città è la pentola: l’immagine esprime la spavalda sicurezza dei capi; nessuno può togliere la carne da una pentola che è già sul fuoco. La metafora della pentola verrà ripresa in Ez 24,1-14, ma in senso di condanna per gli abitanti di Gerusalemme.
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Allora mi fu rivolta questa parola del Signore:
11,14-21
Promessa per i deportati
Dopo la prima deportazione babilonese, avvenuta nel 597, coloro che erano rimasti a Gerusalemme pretendevano un diritto esclusivo sulla terra di Dio. Ezechiele ribalta questa considerazione: è vero che gli esuli stanno subendo un castigo, ma Dio non li ha abbandonati.
Dopo la prima deportazione babilonese, avvenuta nel 597, coloro che erano rimasti a Gerusalemme pretendevano un diritto esclusivo sulla terra di Dio. Ezechiele ribalta questa considerazione: è vero che gli esuli stanno subendo un castigo, ma Dio non li ha abbandonati.
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Darò loro un cuore nuovo, uno spirito nuovo metterò dentro di loro. Toglierò dal loro petto il cuore di pietra, darò loro un cuore di carne,
11,19
Darò loro un cuore nuovo: il brano, che si avvicina a Ger 31,31-34, verrà ripreso in Ez 36,26-27.