CEI 2008 - Antico Testamento - Pentateuco - Esodo - 34
Esodo
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NT greco
CEI 2008
Allora il Signore scese nella nube, si fermò là presso di lui e proclamò il nome del Signore.
34,5-9
È un testo molto denso, che sintetizza le caratteristiche del Dio dell’AT. Si ricollega a 33,18-23, dove la richiesta di Mosè era esaudita solo in parte, attraverso la rivelazione del significato del nome. Dio è nello stesso tempo un Dio di misericordia e di giustizia.
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Il Signore disse: "Ecco, io stabilisco un'alleanza: in presenza di tutto il tuo popolo io farò meraviglie, quali non furono mai compiute in nessuna terra e in nessuna nazione: tutto il popolo in mezzo al quale ti trovi vedrà l'opera del Signore, perché terribile è quanto io sto per fare con te.
34,10-28
L’introduzione del discorso è come un prologo storico, che evidenzia l’operato di Dio a favore d’Israele in relazione alle meraviglie che Dio opererà (v. 10). Seguono le richieste a Israele. La prima è di tenersi lontano dalle popolazioni che abitano in Canaan, per non rischiare di adorare i loro dèi (v. 12). Le altre costituiscono un decalogo a prevalente contenuto cultuale, tra cui il primo comandamento del culto esclusivo e senza immagini (vv. 14.17).
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Quando Mosè scese dal monte Sinai - le due tavole della Testimonianza si trovavano nelle mani di Mosè mentre egli scendeva dal monte - non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante, poiché aveva conversato con lui.
34,29
raggiante: il contatto prolungato con il divino ha reso diafano e splendente il volto di Mosè; di qui la necessità del velo (su questo vedi le riflessioni di Paolo in 2Cor 3). L’ebraico fa riferimento a un termine che significa “corno”, ma metaforicamente anche “raggio”, ad es. del sole (Ab 3,4). Da qui le statue di Mosè con “corna”. La Vulgata aveva infatti tradotto: Moyses… ignorabat quod cornuta esset facies sua.