Atti degli Apostoli 18
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CEI 2008
Paolo nella città di Corinto
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In quella città trovò un Ebreo che si chiamava Aquila, nato nella provincia del Ponto. Con Priscilla sua moglie, era appena arrivato dall’Italia, perché l’imperatore ∆Claudio aveva espulso da Roma tutti gli Ebrei. Paolo andò a casa loro e,
Rimandi
18,2
Aquila e Priscilla At 18,18.26; Rm 16,3-4; 1 Cor 16,19; 2 Tm 4,19.
Note al Testo
18,2
Ponto: provincia settentrionale dell’Asia Minore, sulla costa del Mar Nero. — Claudio: vedi nota a 11,28. Questo decreto è del 49 o 50 d.C.
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AtQui trovò un Giudeo di nome Aquila, nativo del Ponto, arrivato poco prima dall'Italia, con la moglie Priscilla, in seguito all'ordine di Claudio che allontanava da Roma tutti i Giudei. Paolo si recò da loro
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siccome faceva lo stesso mestiere, rimase con loro e li aiutava a fabbricare tende.
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Ate, poiché erano del medesimo mestiere, si stabilì in casa loro e lavorava. Di mestiere, infatti, erano fabbricanti di tende.
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18,4Ogni *sabato però andava nella *sinagoga, si metteva a discutere, e cercava di convincere tutti, Ebrei e Greci.
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Poi arrivarono Sila e Timòteo dalla Macedonia: allora Paolo si dedicò soltanto alla predicazione. Di fronte agli Ebrei egli sosteneva che Gesù è il *Messia mandato da Dio.
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At18,5Quando Sila e Timòteo giunsero dalla Macedonia, Paolo cominciò a dedicarsi tutto alla Parola, testimoniando davanti ai Giudei che Gesù è il Cristo.
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Gli Ebrei però gli facevano opposizione e lo insultavano. Allora Paolo si stracciò le vesti in segno di sdegno e disse loro: «Se non vi salverete ∆è colpa vostra: io ho fatto tutto quello che potevo! D’ora in poi mi rivolgerò a quelli che non sono Ebrei».
Rimandi
18,6
opposizione degli Ebrei; Paolo si rivolgerà ai pagani At 13,45-46; 28,28. — Paolo si stracciò le vesti Mt 10,14 par.+; cfr. At 22,23. — io ho fatto tutto quello che potevo At 20,26.
Note al Testo
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At18,6Ma, poiché essi si opponevano e lanciavano ingiurie, egli, scuotendosi le vesti, disse: "Il vostro sangue ricada sul vostro capo: io sono innocente. D'ora in poi me ne andrò dai pagani".
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18,7Quindi Paolo lasciò la sinagoga e andò in casa di un tale che si chiamava Tizio Giusto: era un Greco che seguiva la religione ebraica e la sua casa si trovava vicino alla sinagoga.
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At18,7Se ne andò di là ed entrò nella casa di un tale, di nome Tizio Giusto, uno che venerava Dio, la cui abitazione era accanto alla sinagoga.
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Crispo, il capo-sinagoga, credette nel Signore insieme con tutti i suoi familiari. Anche altri abitanti di Corinto ascoltarono quello che Paolo diceva, e così credettero e si fecero battezzare.
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At18,8Crispo, capo della sinagoga, credette nel Signore insieme a tutta la sua famiglia; e molti dei Corinzi, ascoltando Paolo, credevano e si facevano battezzare.
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Una notte il Signore apparve in sogno a Paolo e gli disse: «Non aver paura! Continua a predicare, e non tacere,
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At18,9Una notte, in visione, il Signore disse a Paolo: "Non aver paura; continua a parlare e non tacere,
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perché io sono con te! Nessuno potrà farti del male. Anzi, molti abitanti di questa città appartengono già al mio popolo».
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At18,10perché io sono con te e nessuno cercherà di farti del male: in questa città io ho un popolo numeroso".
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Mentre Gallione era governatore romano della provincia dell’∆Acaia, gli Ebrei insorsero in massa contro Paolo: lo presero e lo portarono davanti al tribunale,
Note al Testo
18,12
governatore: il titolo romano era quello di proconsole, Gallione governò dal 51 al 52 (oppure dal 52 al 53) d.C. (vedi nota a 13,7). — Acaia: provincia romana corrispondente alla metà meridionale dell’odierna Grecia.
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AtMentre Gallione era proconsole dell'Acaia, i Giudei insorsero unanimi contro Paolo e lo condussero davanti al tribunale
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dicendo: «Quest’uomo cerca di convincere la gente ad adorare Dio in modo contrario alla *Legge».
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Atdicendo: "Costui persuade la gente a rendere culto a Dio in modo contrario alla Legge".
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Paolo stava per rispondere, ma Gallione disse agli Ebrei: «Se si tratta di un delitto o di una colpa grave, o Ebrei, è giusto che vi ascolti.
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At18,14Paolo stava per rispondere, ma Gallione disse ai Giudei: "Se si trattasse di un delitto o di un misfatto, io vi ascolterei, o Giudei, come è giusto.
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Ma visto che si tratta di sottigliezze dottrinali della vostra Legge, arrangiatevi da soli! Io non voglio essere giudice in queste faccende».
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At18,15Ma se sono questioni di parole o di nomi o della vostra Legge, vedetevela voi: io non voglio essere giudice di queste faccende".
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18,17Allora tutti afferrarono Sòstene, capo-sinagoga, e si misero a picchiarlo davanti al tribunale. Gallione però non volle interessarsi di queste cose.
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At18,17Allora tutti afferrarono Sòstene, capo della sinagoga, e lo percossero davanti al tribunale, ma Gallione non si curava affatto di questo.
Paolo lascia la Grecia
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Paolo rimase a Corinto ancora un po’ di tempo. Poi salutò i cristiani di quella città e si imbarcò verso la provincia della Siria, insieme a Priscilla e Aquila. Siccome aveva fatto un voto, a Cencre si era fatto tagliare del tutto i capelli.
Rimandi
18,18
Priscilla e Aquila At 18,2+. — capelli tagliati per un voto Nm 6,9-18; At 21,23-27.
Note al Testo
18,18
Cencre: è il porto orientale di Corinto. Per tutta la durata del voto ci si impegnava a non farsi tagliare i capelli.
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AtPaolo si trattenne ancora diversi giorni, poi prese congedo dai fratelli e s'imbarcò diretto in Siria, in compagnia di Priscilla e Aquila. A Cencre si era rasato il capo a causa di un voto che aveva fatto.
18,18-22
Ritorno di Paolo ad Antiòchia
Il voto è probabilmente di nazireato; consisteva nell’astenersi per un certo tempo da bevande inebrianti e dal taglio dei capelli (vedi Nm 6,1-21).
Il voto è probabilmente di nazireato; consisteva nell’astenersi per un certo tempo da bevande inebrianti e dal taglio dei capelli (vedi Nm 6,1-21).
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Quando arrivarono nella città di Efeso Paolo si separò dai due coniugi. Entrò nella *sinagoga e si mise a discutere con gli Ebrei.
Rimandi
18,19
nella sinagoga At 17,2+.
Note al Testo
18,19
Efeso: città principale della provincia romana dell’Asia.
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At18,19Giunsero a Èfeso, dove lasciò i due coniugi e, entrato nella sinagoga, si mise a discutere con i Giudei.
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Tuttavia li salutò dicendo: «Se Dio vorrà, tornerò da voi un’altra volta».
Da Efeso si imbarcò
Da Efeso si imbarcò
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At18,21Tuttavia congedandosi disse: "Ritornerò di nuovo da voi, se Dio vorrà"; quindi partì da Èfeso.
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per Cesarèa. Di qui andò a salutare la comunità di Gerusalemme, poi discese ad Antiòchia.
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At18,22Sbarcato a Cesarèa, salì a Gerusalemme a salutare la Chiesa e poi scese ad Antiòchia.
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In questa città Paolo rimase per un po’ di tempo. Di là partì di nuovo e attraversò una dopo l’altra le regioni della Galazia e della ∆Frigia. Dappertutto egli rafforzava i *discepoli nella fede.
Rimandi
Note al Testo
18,23
Il terzo viaggio missionario (18,23-21,17) Paolo lo fa in compagnia di due sposi, Aquila e Priscilla (vedi 18,18.26), e avrà termine a Gerusalemme (vedi 21,15) dopo che Paolo avrà ascoltato dal profeta Agabo l’annuncio della passione che lo attende (vedi 21,10-14). — Frigia: vedi nota a 16,6.
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AtTrascorso là un po' di tempo, partì: percorreva di seguito la regione della Galazia e la Frìgia, confermando tutti i discepoli.
Apollo predica nella città di Efeso
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A Efeso in quei giorni arrivò un Ebreo, un certo Apollo, nato ad Alessandria d’Egitto. Parlava molto bene ed era esperto nella Bibbia.
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AtArrivò a Èfeso un Giudeo, di nome Apollo, nativo di Alessandria, uomo colto, esperto nelle Scritture.
18,24
L’attività di Apollo a Corinto deve essere stata molto intensa, come testimonia il fatto che uno dei partiti formatisi in questa comunità si richiamava al suo nome (1Cor 1,12; 3,4). Paolo annovera Apollo tra i missionari che hanno portato i Corinzi alla fede (1Cor 3,5).
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Apollo era già stato istruito nella dottrina del Signore; predicava con entusiasmo e insegnava con esattezza quello che riguardava Gesù; egli però conosceva soltanto il battesimo di Giovanni il Battezzatore.
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At18,25Questi era stato istruito nella via del Signore e, con animo ispirato, parlava e insegnava con accuratezza ciò che si riferiva a Gesù, sebbene conoscesse soltanto il battesimo di Giovanni.
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Con grande coraggio Apollo cominciò a predicare nella *sinagoga. Priscilla e Aquila lo sentirono parlare: allora lo presero con loro e lo istruirono più accuratamente nella fede cristiana.
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At18,26Egli cominciò a parlare con franchezza nella sinagoga. Priscilla e Aquila lo ascoltarono, poi lo presero con sé e gli esposero con maggiore accuratezza la via di Dio.
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Apollo aveva intenzione di andare in Grecia; i fratelli lo incoraggiarono e scrissero ai cristiani di quella provincia di accoglierlo bene. Appena arrivato, Apollo, sostenuto dalla grazia di Dio, si rese molto utile a quelli che erano diventati credenti.
CEI 2008
At18,27Poiché egli desiderava passare in Acaia, i fratelli lo incoraggiarono e scrissero ai discepoli di fargli buona accoglienza. Giunto là, fu molto utile a quelli che, per opera della grazia, erano divenuti credenti.
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Egli infatti sapeva rispondere con sicurezza alle obiezioni degli Ebrei e pubblicamente, con la Bibbia alla mano, dimostrava che Gesù è il *Messia promesso da Dio.
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At18,28Confutava infatti vigorosamente i Giudei, dimostrando pubblicamente attraverso le Scritture che Gesù è il Cristo.