Baruc era il fedele segretario del profeta Geremia, ma il contenuto del libro e lo stile, vicino a quello dei libri più tardivi della Bibbia, fanno pensare che lo scritto abbia visto la luce verso il III-II sec. a.C., quando invalse l’uso di attribuire opere anonime a personaggi più o meno famosi (cfr. introd. a Qo, Sap).
Il libro, conservato soltanto in greco, è composto di vari brani di diversa origine. Un magnifico elogio della sapienza si legge in 3, 9 - 4, 4.
Importante per la dottrina sul peccato e sulla conversione, il libro presenta anche una particolarità: per la prima e unica volta nelle Bibbia Dio è chiamato l’Eterno, con un aggettivo sostantivato.
Il c. 6 è una lettera attribuita a Geremia, ma scritta verso il III sec. a.C. in ebraico, e giuntaci soltanto in greco. E’ una satira contro l’idolatria ispirata a temi dei profeti e dei Salmi.